Da un lato una Campania costituita da un grande fermento, fatto di Amministrazioni pubbliche, imprese e territori che si muovono in tante direzioni diverse per realizzare impianti da fonti rinnovabili. Dall’altro, numeri che si confermano ancora bassi rispetto alla capacità potenziale di realizzazione, agli obiettivi climatici al 2030 e alle mancate opportunità di innovazione e di welfare strutturale per imprese e famiglie. Questa la fotografia di una Campania a due facce offerta dal dossier Comuni Rinnovabili Campani, il Rapporto di Legambiente che racconta non solo lo sviluppo dal basso delle diverse fonti rinnovabili nella nostra Regione, ma anche quanto di buono si muove nei territori. Il Rapporto è stato presentato all’interno della IV Edizione del Forum Clima Energia.

I numeri del Dossier. Con 41.076 impianti da fonti rinnovabili, presenti in tutti i Comuni nel 2021, la Campania si conferma tra le prime 10 Regioni italiane con la maggior potenza installata che si attesta a 3.277,2 MW con un valore medio di 58,3 kW ogni 100 abitanti. L’eolico con 1770,7 MW è sicuramente la tecnologia con maggiore potenza installata sul territorio che rappresenta il 54% del totale. Seguono il fotovoltaico elettrico con 923,9 MW pari al 28,2% del totale installato, l’idroelettrico con 343,7 MW, pari al 10,5%, e infine le bioenergie con 239 MW pari al 7,3% del totale. Rispetto al 2020, è stato osservato un lieve aumento della potenza, che si attesta al 2,26%, incremento che risulta essere migliore rispetto a quello 2020-2019 (+1,69%), ma comunque troppo basso rispetto agli obiettivi che dobbiamo perseguire. Rispetto alle singole tecnologie è il solare fotovoltaico il comparto che mostra, in termini di potenza installata, l’incremento maggiore, passando dagli 877,5 MW del 2020 ai 923,9 MW del 2021, con una crescita del 5,29%. Rispetto al 2020, è stato registrato un incremento del numero totale di impianti installati sull’intero territorio regionale pari al 8,14%; gli incrementi delle singole tecnologie vedono il solare elettrico il comparto impiantistico che fa registrare gli aumenti più importanti con un +8,29%, seguito poi dalle bioenergie con un +2,11%, dall’idroelettrico con un +1,61% e dall’eolico con un +1,13%.

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2021, è stata di, 6.325,5 GWh, pari al 51,8%, del totale della produzione territoriale, con un incremento del 8,95% rispetto allo scorso anno trainato soprattutto dall’aumento della produzione di energia relativo al comparto idroelettrico, che rispetto al precedente anno cresce di un +61,6% e dall’eolico che cresce del10,84%. Flessioni negative invece per bioenergie, con un -4,91% e solare fotovoltaico con un -2,99%.

Questo è il momento per attuare la rivoluzione energetica di cui tutti parlano- ha commentato Mariateresa Imparato presidente Legambiente Campania- Ci sono tutte le condizioni: le rinnovabili sono ormai mature, le imprese ci sono. E gli esempi delle Comunità Energetiche Rinnovabili dimostrano sempre di più il potenziale di questi importanti strumenti in termini di contrasto della povertà energetica, di senso di comunità, spopolamento, pace, lotta contro l’emergenza climatica. Se da un lato registriamo un grande lavoro da parte della Regione nel rilascio delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, dall’altro il tutto viene vanificato dallo stallo ministeriale. Per tutelare davvero gli interessi nazionali e combattere la crisi climatica ribadiamo la nostra ferma opposizione alle trivellazioni nel Golfo di Napoli e di Salerno. Il Governo deve puntare sulle risorse come sole, vento, calore della terra, acqua velocizzando gli iter di autorizzazione degli impianti industriali a fonti rinnovabili e delle comunità energetiche.Le esperienze positive e le buone pratiche che abbiamo raccolto nel dossier sono la dimostrazione che le rinnovabili possono trasformare la Campania in un hub energetico del Sud Italia. Abbiamo- conclude Mariateresa Imparato di Legambiente Campania- tutti gli strumenti naturali, economici e infrastrutturali per vincere la sfida energetica e allo stesso tempo climatica e sociale.La Campania ha tutte le carte in regola per sviluppare un modello energetico rinnovabile che possa essere esportato e replicato.”

Comuni 100% Rinnovabili. Complessivamente sono 101 nella nostra regione i Comuni 100% Rinnovabili Elettrici quelli in cui la produzione delle fonti rinnovabili installate riesce a superare i fabbisogni elettrici dei cittadini residenti. In tutti i comuni è presente il fotovoltaico, che si conferma la tecnologia a maggiore diffusione territoriale proprio per la semplicità legata alla sua installazione. La maggior parte dei comuni, il 28,7% si trovano in Provincia di Salerno, seguita dalla Provincia di Avellino con il 24,8%. Terza la Provincia di Caserta con il 23.8% dei comuni e la Provincia di Benevento con il 19,8%. Fanalino di coda la Provincia di Napoli con il 3% dei comuni. Tra i primi dieci comuni da menzionare il comune di Campagna, in provincia di Salerno, che con il suo mix di 4 diverse tecnologie (mini-idrolettrico, eolico, solare fotovoltaico e biogas) può soddisfare completamente i fabbisogni energetici elettrici delle famiglie residenti. Si riporta, inoltre, il comune di Eboli, in provincia di Salerno, il cui mix comprende solare fotovoltaico, mini idroelettrico, biogas e biomasse solide.

Piccoli Comuni Rinnovabili. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto, oltre alle risorse per impianti industriali, fondi di 2,2 miliardi di euro per i piccoli comuni, quelli con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti per lo sviluppo delle comunità energetiche con una potenza installata fino a 999 kW. Uno strumento che, se adeguatamente gestito dalle amministrazioni locali, può dar vita a numerose comunità energetiche locali che possono rendersi completamente autonome sul piano energetico elettrico. In Campania sono 335 i piccoli comuni, aree che vivono spesso uno spopolamento per la poca attrattività e la scarsità di servizi e che oggi possono beneficiare di questa preziosa opportunità per trasformarsi in comunità energetiche, attuando un diverso modello di produzione e consumo energetico. Qui, il potenziale di sviluppo appare più che mai immenso. Facendo due piccoli conti, infatti, e partendo dai fabbisogni energetici delle famiglie e dal potenziale di produzione elettrica di un impianto fotovoltaico (tecnologia a maggiore diffusione e distribuzione territoriale) sono ben 124 i piccoli comuni che, grazie all’installazione di questo strumento possono trasformarsi nelle prime vere realtà 100% rinnovabili elettriche. Una prima previsione che vede da qui ai prossimi anni il 25% dei nostri comuni indipendenti sotto il punto di vista elettrico, valore che può crescere ancora di più se si considera il potenziale del mix energetico dato da fonti diverse. Una previsione di calcolo che si può concretizzare sempre di più anche grazie alle nuove risorse che la Regione Campania ha stanziato con la Delibera di Giunta Regionale n. 451 del 01/09/2022 per la concessione di contributi a favore dei comuni campani con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti per la promozione della costituzione di “comunità energetiche rinnovabili e solidali”.

Nella presentazione dei dati Legambiente ha denunciato che sono ancora troppi gli investimenti in Campania sul comparto energetico delle fonti fossili: lo testimoniano gli interventi, tra potenziamenti e creazione di nuovi impianti termoelettrici, come la centrale di Sparanise (CE), il deposito GNL nel porto di Napoli e le due nuove istanze per la ricerca di idrocarburi. Investimenti che non vanno nella direzione della transizione ecologica ed energetica che la nostra regione merita e che rischiano di rallentare lo sviluppo e la crescita delle rinnovabili ancorandosi, ancora per lungo tempo, al modello energetico attuale.

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