Un Piano sociale di zona redatto in modo multidisciplinare, con i vari ambiti di cui si compone il settore Welfare che s’intrecciano componendo quasi un unicum. Il Comune di Napoli punta per la seconda annualità del triennio 2019-2021 sulla digitalizzazione, sull’ulteriore finanziamento di alcuni servizi già garantiti allargando la platea dei beneficiari, sul raggiungimento dell’equazione di un assistente sociale ogni 4000 abitanti come già inserito nella legge di Bilancio 2021, sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

La cifra stanziata e le diverse tematiche -Il nuovo Piano sociale di zona, presentato nella mattinata di mercoledì, ha vari capitoli di spesa per un totale di circa 30,7 milioni di euro ripartiti così: 933.113 euro per il Fondo cosiddetto Dopo di noi legato al Piano sociale di zona; 268.290 euro relativo al Fondo regionale povertà; 2 milioni e 500.000 euro di fondi Siei (Sistema Integrato di Educazione e di Istruzione); 19.139 milioni di euro per il Fondo Nazionale Povertà 2020; 1,4 milioni di euro circa del Fondo Povertà regionale 2020; 5,2 milioni di euro circa riguardante il Fondo per le Politiche Sociali. Le diverse tematiche del nuovo Piano sociale di zona sono: contrasto alla povertà di senza fissa dimora e immigrate. Politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Politiche per le pari opportunità, a partire dalla comunità Lgbt+. Politiche per le donne in difficoltà vittima di violenza e tratta. Politiche per le persone detenute. Politiche per i rom. Politiche per gli anziani. Politiche per persone con disabilità tutte concordate con le dieci Municipalità cittadine, con le Asl per i servizi sociosanitari e le organizzazioni sindacali.

Le nuove progettualità– Tra le nuove progettualità del Piano Sociale 2019-2021: 250.000 euro per il progetto Parco Inclusivo, a cui possono accedere bambini sia normodotati che con disabilità; 30.000 per l’acquisto di traffico dati; 352.000 euro per l’acquisto di software; 275.000 euro per i Centri Antiviolenza, 100.000 per le case Lgbt; 20.000 euro per la telemedicina a favore soprattutto degli anziani presenti nelle strutture del territorio comunale; 10.000 euro per i progetti artigiani; 50.000 euro per l’accessibilità delle spiagge; 25.000 euro per le donne vittime di tratta. Corposa la spesa per rafforzare l’equipe multidisciplinare nei vari settori del Welfare con 13,4 milioni di euro da utilizzare per l’assunzione pluriennale a tempo determinato di un centinaio di esperti in varie competenze.

Le dichiarazioni -A presenziare alla conferenza stampa del nuovo Piano di Sociale di Zona nella Antisala dei Baroni al Maschio Angioino l’assessore al Welfare Donatella Chiodo, all’Istruzione Annamaria Palmieri; l’assessore ai Diritti Civili e Pari Opportunità Francesca Menna e alle Politiche del Lavoro Giovanni Pagano. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro e chi verrà dopo di noi ad amministrare la città, ne troverà i benefici – le parole di Chiodo – Siamo intervenuti su più settori ma le criticità restano soprattutto sull’assenza di un numero sufficiente di personale che lavora al Comune. Ecco perché abbiamo stanziato oltre 13 milioni di euro per l’assunzione di un centinaio di figure professionali. Il piano sociale di zona è un documento divisi in due capitoli: quello della rendicontazione, di 46,6 milioni di euro e quello di programmazione, da oltre 30 milioni di euro». L’assessore alla Scuola Annamaria Palmieri rivendica un risultato più degli altri: «A Napoli avremo in totale 84 nidi con i 16 che se ne aggiungeranno, siamo partiti da 34. Ma rispetto al Nord rimane una sproporzione». «Per la prima volta nel Piano Sociale di Zona viene dato spazio anche alle esigenze del mondo Lgbt, insieme ai centri antiviolenza formeranno una rete per la tutela delle comunità più fragili» ravvisa l’assessore Francesca Menna, titolare delle deleghe alle Pari Opportunità. Spazio anche per gli immigrati, rom e senza fissa dimora, che a Napoli sono 2000 censiti. Giovanni Pagano, titolare al Lavoro, ricorda: «Nelle grandi città dell’Occidente è un problema mai affrontato. Noi qui a Napoli abbiamo il dormitorio pubblico di via De Blasis che è l’unico esempio di struttura a favore di chi non ha un tetto in una grande città. Inoltre- aggiunge – va ringraziato Pietro Ioia come garante dei detenuti per il lavoro che sta facendo per le carceri».

di Antonio Sabbatino