BRUXELLES. La gigantografia dedicata a Diego Armando Maradona nel retro e i quadri che incorniciano Totò, De Filippo, Saviano e Troisi all’ingresso del piccolo locale non mentono. Napoli ha trovato il suo personalissimo “ambasciatore” a Brussel: un algerino di nome Momo. Il suo biglietto da visita? Una pizza Margherita degna della regina per cui oltre 120 anni fa nacque quell’impasto povero, lasciato riposare per un giorno intero e poi infornato con pomodoro e mozzarella, che avrebbe conquistato il mondo. Chi non assaggia, non crede. Ma negli anni Momo è diventato una vera autorità nella capitale politica dell’Europa unita. Al parlamento europeo non conoscere il suo ristorante è un po’ come non conoscere il trattato di Maastricht. Una lacuna diplomatica da correggere al più presto, ça va sans dire, con una visita nel quartiere Saint-Gilles, dove dal 2006 questo 40enne col sorriso sempre pronto, con la coppola d’ordinanza ben adagiata sul capo, serve pizze napoletane a ripetizione tra i tavoli sistemati sul piazzale di Chaussée de Forest.
LA SCUOLA A NAPOLI. Il segreto di Mohammed, questo il suo vero nome, è da sempre stato un mix di curiosità e intraprendenza. Da quando, poco più che adolescente, decide di lasciare la città dei genitori, nel Sud dell’Algeria, per trasferirsi in Italia, e precisamente a Napoli. La città del sole e del mare, in cui Momo scopre per la prima volta un talento innato per la pizza. Una predisposizione coltivata durante 15 anni di lavoro tra il centro città, nella storica pizzeria “del Presidente” dove Bill Clinton si fermò a mangiare durante il G7 del ‘94, e un piccolo ristorante di Monte di Procida, nei campi flegrei, che riesce a mettere a frutto tutte le capacità di Momo. A Napoli, però, il giovane pizzaiolo del Maghreb capisce di essere solo un pesce piccolo in un mare popolato da pescecani e nel 2000 matura l’idea di fare il grande salto. Decide di raggiungere il fratello a Brussel e di mettersi in proprio, lì dove la concorrenza è praticamente inesistente e il mercato ancora inesplorato. Così parte, si trasferisce e si mette alla prova, prima trasformando un “take away” su Place Saint Catherine in una piccola rosticceria cult e poi, dopo aver raggiunto un discreto successo, aprendo questo suo ristorante, a due passi da Porte de Halle, prendendo qualche piccolo ma decisivo accorgimento.
IL SOGNO DIVENTA REALTA’. Il primo problema è infatti quello di costruire in Belgio un forno a legna all’altezza delle tradizionali bocche di cottura napoletane; il secondo la necessità di assicurarsi un rifornimento continuo di materie prime fresche direttamente dall’Italia, e ancor meglio dalla terra del pomodoro e della mozzarella dop. In entrambi i casi sono le amicizie vere, strette negli anni della permanenza in Italia, a venire in soccorso di Momo. In piena estate da Napoli sbarca in aeroporto l’amico Gennaro, maestro muratore specializzato nella costruzione di forni a legna, che in soli sette giorni erige in terra straniera uno dei classici templi per la cottura della vera pizza, mentre da Avellino cominciano i viaggi continentali di un camion carico di prodotti freschi e selezionati che ogni 15 giorni assicurano alla cucina ingredienti di prima scelta. Da allora “Un posto al sole”, il nome del ristorante di Momo, c’è sempre a Brussel per gli amanti della vera pizza.

di Sandro Di Domenico

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui