ROMA. «Stiamo aspettando risposte, siamo disponibili a trovare soluzioni. Cosa state aspettando?». È lo sfogo di uno dei diciottomila giovani che nel 2012 dovrebbero svolgere l’anno di servizio civile. La sentenza del Tribunale di Milano, che ha dato ragione al pakistano Syed annullando il bando di reclutamento perché non ammetteva gli stranieri, potrebbe far saltare tutto. Ora si attendono risposte, in rete si ricorrono voci e proteste.
LE ACLI. La partenza è prevista a scaglioni dal primo febbraio e si attende anche il ricorso di una ragazza albanese a Brescia. Secondo l’Istituto pace sviluppo innovazione delle Acli «la vera necessità è quella di rivedere la legge sulla cittadinanza». «La situazione paradossale che si è creata oggi rispetto al servizio civile – spiega l’associazione – è frutto di questo ritardo della politica. Quando un paese ha un divario troppo grande tra le norme che la regolano e la realtà di cui è fatta rischia ingovernabilità e paradossi. Nelle piccole come nelle grandi cose. E la prospettiva è di rifare tutto da capo. Modificare il bando, riaprirlo, ripresentare le domande, rispostare le persone per le selezioni, ripubblicare le graduatorie, ricontrollarle e, al termine di tutto questo, fare la formazione e partire. Con uno spreco di tempo, energie e risorse che è incalcolabile. Con la probabilità altissima di ulteriori ricorsi da parte dei giovani che in questo modo si vedono negare il loro diritto. Con la situazione incerta di coloro che, in questo stesso bando, hanno avviato le attività in gennaio».
APPELLO AL GOVERNO. L’Ipsia-Acli chiede al consiglio dei Ministri e al presidente Monti la volontà di assumersi una scelta politica, ossia «assegnare al ministro Andrea Riccardi un mandato esplicito alla gestione della situazione con un potere negoziale reale. Per dimostrare a tutti, ma in primo luogo ai giovani, che non siamo un paese allo sbando, che la politica è una cosa seria e che serve a risolvere i problemi in modo comune, che i diritti sono una conquista che accomuna e non che divide». Intanto, è possibile firmare on line la petizione “Servizio civile 2012” (http://www.petizionepubblica.it/) che nel giro di tre giorni ha raccolto oltre 1.600 adesioni. Su Facebook è invece iniziata l’organizzazione di una manifestazione a Roma per il primo di febbraio, dalle ore 10 alle 17.
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di Stefania Melucci