TORINO. E’ stata presentata la ricerca, coordinata dall’Osservatorio dell’economia civile della Camera di commercio di Torino, che applica, per la prima volta in Italia, la metodologia di monetizzazione del lavoro volontario proposta dall’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO). L’effetto moltiplicatore, su un campione di 38 progetti analizzati, è pari a 4 volte il finanziamento iniziale.
Calcolare il valore monetario del tempo e del lavoro che i volontari offrono alla collettività: è l’obiettivo che si è posta la ricerca sulla valorizzazione monetaria del volontariato i cui primi risultati sono stati presentati oggi a Palazzo Birago. Promossa da Provincia di Torino e Centro di servizio per il Volontariato Idea Solidale, l’indagine è coordinata dall’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino.
I risultati derivano dall’analisi di 38 progetti realizzati nell’ambito socio assistenziale e cofinanziati nel 2009 dal Centro di servizio per il volontariato Idea Solidale o dall’Ufficio Terzo Settore del Servizio Solidarietà Sociale della Provincia di Torino. Oltre 1 milione e 300 mila euro è il valore del lavoro volontario realizzato complessivamente all’interno dei progetti analizzati. In termini monetari il lavoro dei volontari è in grado di quadruplicare le risorse messe a disposizione nei progetti considerati. La ricerca applica, per la prima volta in Italia, la proposta dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) che, attraverso un vero e proprio manuale, cerca di portare unità di raccolta e sistematizzazione di informazioni sul volontariato a livello europeo. La metodologia applicata è quella del “costo di sostituzione completo” (full replacement cost approach) e consiste nell’associare ad ogni ora di lavoro volontario: il tipo attività, la professionalità impiegata nello svolgimento della prestazione1 e il settore economico di appartenenza2. Si tratta di un metodo che traduce in termini monetari comparabili con altre forme di finanziamento l’investimento monetario con cui il volontariato contribuisce alla crescita socio-economica. Secondo questa metodologia, nell’ambito dei 38 progetti presi in considerazione, più di 40 professionalità diverse coinvolte e quasi 87mila ore di lavoro, valgono in termini monetari oltre 1 milione e 300 mila euro.Le organizzazioni di volontariato (ODV) hanno ricevuto nell’arco del 2009 per i 25 progetti presentati alla Provincia di Torino e i 13 presentati a Idea Solidale rispettivamente 253mila euro e 141mila euro per un totale di 394mila euro. A questi contributi si aggiungono 93mila euro di risorse economiche proprie. Complessivamente dunque i 38 progetti analizzati sono stati finanziati per 488mila euro. La valorizzazione economica del tempo e della professionalità spesi dai volontari per la realizzazione di tali progetti è stimata per difetto in 1milione300mila euro.

LA RICERCA – Il lavoro del volontariato, dunque, valutato in termini monetari, rappresenta un ulteriore “co-finanziamento” in grado di quadruplicare le risorse messe a disposizione dei progetti valutati. Un dato non secondario, che potrebbe spingere la promozione di nuove politiche per lo sviluppo del volontariato. “La ricerca evidenzia quanto sia positivo investire nel settore del volontariato. Oltre agli aspetti etici e relazionali, infatti, esiste un vero e proprio effetto moltiplicatore, anche economico, che restituisce alla comunità molto di più di quanto finanziato in origine – sottolinea Aldo Romagnolli, presidente dell’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino–. Per questo motivo come Osservatorio, con un’ottica privilegiata e attenta al settore non profit, riteniamo fondamentale che i volontari e le loro associazioni collaborino con altre espressioni organizzate di cittadini. Penso in particolare al mondo della cooperazione sociale che opera, con le sue imprese, per offrire lavoro vero e stabile a persone svantaggiate e per gestire servizi senza finalità di lucro con obiettivi di qualità, efficienza e giusta remunerazione del lavoro.”

LE DICHIARAZIONI – Aggiunge Mariagiuseppina Puglisi, assessore alle politiche sociali della Provincia di Torino: “In un periodo di tagli finanziari drastici che colpiscono in modo particolare i settori sociali più deboli e addirittura spingono nuove fasce di cittadini verso la marginalità, il volontariato non è solo una risorsa preziosa, è purtroppo quasi una necessità. E i numeri di questa ricerca ci dicono che il loro lavoro va ben oltre le aspettative. Quello che i numeri non dicono, ma che certo non è meno importante, è il valore non puramente finanziario, ma umano, mirato anche a rinsaldare il senso di comunità e di identità sociale, che contraddistingue il lavoro del volontariato: anche questo aspetto ha una sua ricaduta economica positiva, anche se meno facilmente calcolabile”. “Nel portare avanti la ricerca, la nostra scelta è stata orientata nella direzione di offrire un contributo di misurazione reale, attraverso l’esame di svariati progetti di intervento, applicando un metodo per una valorizzazione del lavoro volontario svolto e determinandone entità e incidenza – spiega Luciano Dematteis, presidente del Centro Servizi per il Volontariato Idea Solidale – Senza pretese di rappresentatività statistica, ma consapevoli che i dati si commentino da soli anche dall’esame di un campione relativamente limitato, emerge con forza l’entità dell’”investimento” che le organizzazioni di volontariato mettono in campo, attraverso il lavoro dei proprio volontari, per la propria comunità e quindi, per estensione, per la comunità nazionale. Un investimento che i tradizionali indicatori economici, PIL in primis, non misurano”.

L’INTERPRETAZIONE – Barbara Basacco, coordinatrice della ricerca, conclude sottolineando un aspetto non secondario nell’interpretazione dei dati: “La ricerca, anche se riferita a pochi progetti e pur basandosi su valutazioni prudenziali, dimostra senza ombra di dubbio che con il loro lavoro i volontari mettono a disposizione del bene comune un “co-finanziamento” molto elevato. Attenzione, però, a non travolgere il senso dei risultati. Sarebbe fuorviante, infatti, considerare il lavoro dei volontari un investimento utilizzabile per colmare lacune dei bilanci pubblici nella gestione di servizi socio-assistenziali o per sostituire personale regolarmente retribuito. La tentazione può essere elevata, in particolare in un momento di crisi come quello attuale, ma si tratterebbe di una operazione assai miope e controproducente perché la riduzione del costo dei servizi, ottenibile nel breve periodo stravolgendo le finalità e la ragion d’esser del lavoro volontario, distruggerebbe il vero volontariato e la sua capacità di generare valore per la collettività”. L’indagine proseguirà nella seconda parte dell’anno, applicando sempre la metodologia proposta dall’ILO, questa volta finalizzata a monetizzare il valore dell’attività ordinaria di alcune organizzazioni di volontariato sul territorio. L’attività di ricerca è condotta da un gruppo di lavoro di cui fanno parte: Chiara Arduino e Giuseppina Rossi, della Provincia di Torino; Enrico Bussolino, Francesca Cossiga e Federico Prelle, del Centro di Servizio per il Volontario Idea Solidale; Pierluigi Ossola e Barbara Basacco, dell’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino.

di Alessandra Stampone

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