ROMA. Greenpeace si congratula con il 62% dei lituani per il loro NO forte e chiaro al nuovo programma di sviluppo del nucleare, espresso nel referendum di ieri. “E’ un segnale importante per l’intera regione perché il futuro sta nelle rinnovabili, ma è anche un segnale di vitalità della democrazia, considerato il clima di fango, propaganda e intimidazione che si è registrato nel paese negli ultimi mesi” afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
LA POLEMICA. Nelle scorse settimane, infatti, il governo lituano ha negato l’ingresso nel Paese a ospiti invitati a intervenire in Parlamento contro il nucleare. Chi critica il nucleare è stato apostrofato addirittura come “traditore” o “agente della Russia” e il Primo ministro uscente Andrius Kubilius non ha accolto l’invito di Greenpeace a una discussione più equilibrata. Il nuovo governo lituano dovrà adottare ora una strategia orientata alle rinnovabili e all’efficienza energetica tenendo conto della volontà espressa dai cittadini. Greenpeace chiede a Bielorussia, Polonia e Russia di seguire l’esempio lituano.

di f.g.

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