impresasocialeROMA – «L’impresa sociale è preziosa e va aiutata con risorse dedicate». Sono parole del sottosegretario Carlo Dell’Aringa intervenuto alla presentazione del VII rapporto dell’Osservatorio Isnet tenutasi alla Camera di Commercio di Roma.
«Si devono potenziare le politiche attive del lavoro e guardare in prospettiva: oggi – soprattutto in raffronto con l’Europa – si investe poco nei servizi e molto nel consumo pubblico. E’ paradossale che nei momenti di difficoltà le prime attività ad essere sacrificate siano quelle più utili, come le imprese sociali che offrono buona occupazione e buoni servizi. E’ necessaria un’inversione di tendenza perché l’investimento nei servizi premia anche sotto l’aspetto economico»
In apertura dei lavori, Edoardo Patriarca, membro dell’intergruppo parlamentare sul Terzo settore, ha sottolineato come occorra «intervenire per valorizzare la rete delle imprese sociali che nonostante la crisi generale si caratterizzano per la capacità di innovazione e di tenuta in un panorama difficile. Mi auguro – ha proseguito Patriarca – che questo Governo possa trovare il modo di incentivare chi vuole fare impresa sociale. Con il giusto sostegno anche politico potrebbe diventare una dorsale strategica su cui puntare in termini di ripresa».
Temi essenziali sottolineati anche dai responsabili delle imprese sociali presenti (Coop. Sociale Liberamente di Reggio Emilia; Coop. Ecoliving Impresa Sociale di Forlì; Consorzio Solco di Catania e Coop. Impresa Sociale Ruah di Bergamo) che, illustrando le loro buone prassi hanno fatto alla politica richieste specifiche di sostegno e di presenza.
Laura Bongiovanni, presidente dell’associazione Isnet e responsabile dell’Osservatorio ha dichiarato: «Il dibattito odierno è l’inizio di un dialogo con il Governo per mettere al centro questo modello d’impresa ad alta intensità occupazionale».
I dati del Rapporto 2013 (consultabile nel sito www.impresasociale.net) confermano come le imprese sociali pur risentendo della crisi economica in atto (aumento progressivo delle imprese sociali in difficoltà), continuino a mantenere buoni livelli occupazionali e ad investire in innovazione. La quota di imprese sociali con un trend positivo è del 24% con un trend costante è del 39,7%: in totale oltre il 64%.
Molto alti gli indici di collaborazione con altre organizzazioni (il 70,7% ha avviato nuovi rapporti nel 2012), stabili i rapporti (64%) con gli Enti Pubblici (AUSSL, CCIAA, ecc.), molto basse invece le relazioni con i media (il 60% dichiara di non averne).
Rimane altissima (88,3%) – seppure in lieve flessione rispetto al 2012 – la percentuale di chi investe in innovazione, intesa come sviluppo nuovi prodotti e servizi, identificazione nuove aree geografiche o categorie di clienti, miglioramento organizzativo e ottimizzazione dei processi.
Si conferma la positiva correlazione tra innovazione e performance economica.
Le attività innovative sono spesso all’origine di processi di gemmazione di impresa:
Il 18,7 ha progettato start up e il 5,7% le ha fondate (+2,4%).
Buone prospettive per l’occupazione: 3 imprese sociali su 4 ritengono che il personale rimarrà invariato o sarà in crescita per l’anno in corso.
Il dato più significativo è il costante mutamento nelle relazioni con gli Enti Locali (Comuni, Regioni, Province, ecc.): cresce infatti il numero delle organizzazioni che dichiara di non avere rapporti con gli Enti Locali (+2,4%) e quasi il 40% si si dichiara insoddisfatto della relazione, attribuendo ciò al ritardo dei pagamenti e ai conseguenti problemi di liquidità.
Le imprese sociali intensificano la collaborazione con il privato (nel 2008 le imprese sociali che non avevano rapporti con le aziende erano il 40% oggi sono solo il 23%), in linea con lo sviluppo del welfare aziendale.
 
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