L’AQUILA. Un albero natalizio addobbato e tre pacchi rossi al posto dello spazio in cui, fino al 6 aprile 2009, c’era la casa dello studente. Durante il crollo dell’edificio persero la vita  9 ragazzi. A organizzare il tutto i parenti dei ragazzi deceduti durante il crollo riuniti nel comitato “Familiari vittime casa dello studente” guidati dal portavoce Antonietta Centofanti. Sono loro ad aver acceso le luci dell’albero “per richiamare all’attenzione quanto accaduto in questo luogo e in tutti gli altri siti in cui ci sono stati studenti vittime del terremoto” e sempre loro hanno appeso alle transenne che delimitano l’area posta sotto sequestro dalla magistratura tre pacchi rossi, ciascuno con una delle tre scritte: “Verità”, “giustizia”, “memoria”.
IL RICORDO. Antonietta Centofanti, che nel crollo ha perso il nipote Davide, spiega: “Abbiamo preparato, addobbato e sistemato l’albero di Natale in quel punto per ricordare tutti gli studenti che non ci sono più, per spingere tutta la città al ricordo e ancora, alla riflessione; quell’albero è un simbolo di accoglienza e di partecipazione al dolore dei genitori degli studenti fuori sede che all’Aquila hanno perso la vita e che troppo spesso si sentono soli, costretti a vivere in una dimensione privata un lutto troppo grande. Questo albero e questi pacchi – continua  Centofanti- serve anche per richiamare l’attenzione sul processo alla Commissione Grandi rischi che non riguarda solo le persone ammesse come parti civili ma tutta la città. È un processo che comincia a scricchiolare, le vittime sono messe sotto torchio e quasi trascinate sul banco degli imputati”.
IL PROCESSO. E mentre i vari processi per i diversi crolli sono portati avanti parallelamente con uno sforzo incredibile di forze dell’ordine e magistrati, la minaccia è sempre rappresentata dal cosiddetto processo breve: “ La magistratura sta facendo il possibile per abbreviare i tempi del processo per il crollo della Casa dello studente al massimo. Il 5 novembre una perizia super partes ha riconfermato e anzi appensantito l’impianto accusatorio, la prossima udienza ora è per il 29 gennaio. Il processo, lo sappiamo bene – dice ancora la Centofanti – è lungo e ci vorranno anni. Vincerlo, avere giustizia e garantire così verità e memoria ai nostri ragazzi sarebbe veramente un dono. La vittoria non è scontata purtroppo, per questo abbiamo fatto questi pacchi e chiesto questi doni”.

di Sofia Curcio

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