ROMA. Aumentano i servizi educativi per l’infanzia in Italia: se nel 2008 i posti disponibili erano 231.978, al 31 dicembre del 2011 i posti sono 287.364, con una percentuale di copertura che passa dal 16,2% al 18,9%. È quanto emerge dal Rapporto sul Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia presentato stamattina a Roma presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri nel corso del convegno “Nidi e servizi per l’infanzia” organizzato dal Dipartimento per le Politiche della famiglia. Secondo il rapporto, realizzato a cura dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, il nido rappresenta la “tipologia di servizio nel quale si concentra maggiormente l’interesse delle famiglie e anche la dimensione di sviluppo del sistema dei servizi nel tempo”. I posti nelle unità di offerta di nido, infatti, crescono da 207.816 al 31 dicembre 2008 a 258.413 a fine dicembre 2011, con un incremento percentuale di copertura dal 14,5% al 17% (obiettivo della Strategia di Lisbona: 33 posti ogni 100 bambini). I servizi integrativi, invece, sono protagonisti di uno sviluppo più contenuto. I posti, in questo caso, crescono da 24.162 a 28.951, con una percentuale di copertura che cresce soltanto dal 2,1% al 2,4%.
DIFFERENZA NORD-SUD. Tratto “caratteristico e critico” della situazione italiana è la diversa distribuzione territoriale dell’offerta di servizi. La percentuale di copertura nel sistema di offerta dei servizi educativi per la prima infanzia, per macroaree, varia dal 21,9% al 25,1% nel centro nord, mentre al sud e sulle isole si attesta al 7,7%. «Le differenze discriminano ancora fortemente le opportunità di accesso ai servizi da parte di bambini residenti in diverse aree territoriali – spiega il rapporto – sotto molteplici punti di vista: per un verso, nidi e servizi integrativi sono concentrati nel centro nord e molto meno al sud e nelle isole». La percentuale di copertura nel centro nord oscilla fra 19,2% e 22% per i nidi e fra 1,7 e 3,1 per i servizi integrativi, mentre per sud e isole i primi rappresentano il 7,5% e il secondo lo 0,8%. Ed è proprio al sud e sulle isole che si registrano percentuali più alte di accessi anticipati alla scuola dell’infanzia, mentre solo marginalmente al centro nord. Gli anticipi alla scuola d’infanzia rappresentano il 3,1-3,3% nel centro nord, mentre al Sud l’8,5%. «Il nido costituisce la parte prevalente del sistema delle opportunità nell’Italia del nord e del centro – spiega il rapporto -, mentre nel Mezzogiorno la situazione si rovescia perché la maggioranza dei bambini 0-2 anni accolti in un servizio educativo frequenta, come anticipatario, la scuola dell’infanzia. Come dire: se i nidi sono significativamente diffusi non si utilizza altro che marginalmente l’opportunità di accesso anticipato alla scuola dell’infanzia, che diventa invece opportunità prevalente proprio nei casi di carente sviluppo dell’offerta di nido».

di Sofia Curcio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui