GENOVA. «Basta transfobia: il parlamento approvi una legge contro l’omo-transfobia», è l’appello scritto a grandi lettere sullo sfondo nero dell’ homepage del sito nazionale di Arcigay, oscurato per tutta la giornata di oggi. Una protesta in occasione del T- dor, il “Transgender day of remembrance”, ovvero, la giornata mondiale in ricordo delle persone uccise perché transessuali, nata nel 1999, dopo l’assassinio di Rita Hester a San Francisco. Secondo il rapporto annuale del T – dor, che raccoglie i nomi delle vittime di transfobia dal 1970, sono 61 i transessuali uccisi nel mondo dal 20 novembre dello scorso anno a oggi. La maggior parte dei crimini è avvenuta in Sud America, in particolare in Brasile. Se invece si contano le vittime negli ultimi 40 anni, sono 705, di cui ben 501 dal 2000 a oggi. L’unico nome italiano presente nell’elenco è Dino, un trans di circa 30 anni trovato morto a Parma nel 2010.

L’INIZIATIVA. A Genova la comunità Lgbt si incontrerà, come ogni anno, alle 21 al teatro degli Zingari della Comunità di san Benedetto al porto di Don Gallo, per una veglia in ricordo delle transessuali uccise. La commemorazione è aperta a tutti e nel pomeriggio in via XX settembre, nel centro della città, ci sarà un banchetto informativo dell’associazione Genovagaya, dove verranno distribuite le candele che verranno accese durante la serata. Con questa iniziativa si conclude “Transnovember”, una serie di incontri su transessualità, transgenitorialità e intersessualità, organizzati da Genovagaya. L’associazione, che riunisce omosessuali e trans, offre incontri settimanali aperti a tutti e coordina gruppi di auto aiuto. «Partecipano soprattutto persone transessuali per avere informazioni sulla transizione: a chi rivolgersi e come affrontare il cambiamento – spiega Francesco Puglisi, uno dei consiglieri – oppure per denunciare discriminazioni sul lavoro». Da una ricerca realizzata da Arcigay nel 2011, risultava che, negli ultimi dieci anni, al 13% delle persone omosessuali è stato negato un posto di lavoro a causa della propria identità sessuale e questa percentuale sale al 45% fra le persone transessuali.

di Davide Domella

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