RUSSIA. Una voce dal gulag è finita sui blog russi per ricordarci che le due componenti del gruppo Pussy Riot sono lì nei campi dietro il filo spinato, in Mordovia e a Perm e non possono vedere i figlioletti nemmeno in occasione dei compleanni. Le temperature rigidissime (a Perm si sono toccati i 37° sotto zero), il lavoro obbligatorio, il regime carcerario che non è cambiato molto dai tempi dell’Urss non hanno piegato Nadia e Masha ma hanno portato alla luce il loro lato più tenero, che le ragazze avevano accuratamente nascosto durante il processo, quando sono state condannate a due anni di campo.
Nadezhda Tolokonnikova ha scritto alla figlioletta Gera che lunedì ha compiuto cinque anni,
«dalla fortezza lontana, dietro gli alti muraglioni sormontati dal filo spinato». L’ex studentessa di filosofia racconta in altre lettere della gioia per «il bagno settimanale», e del senso di depressione per la neve che cade in continuazione e per l’assoluta mancanza di qualsiasi stimolo intellettuale nel campo di lavoro.
Non si sono piegate Nadia e Maria Alyokhina, madri di due bambini. Non si sono piegate nemmeno quando il «piano di lavoro» le ha costrette a ore e ore di lavoro (ben al di là delle 8 giornaliere) per realizzare tute da lavoro e guanti per le forze armate. Così i rapporti con Yekaterina Samutsevich che ha chiesto scusa ed è stata liberata, si sono guastati: «per me è come morta», ha scritto Nadia.Lunedì il tribunale ha respinto la richiesta che era stata avanzata da Masha: un rinvio della pena fino a che il figlio non fosse un po’ più grande. Niente da fare, le ragazze rimangono dove sono, con la possibilità di incontrare i figli solo ogni due mesi.Human Right Watch ha ricordato come il loro caso sia l’esempio più eclatante della repressione del dissenso politico. Ma il presidente Vladimir Putin pensa che invece non si sia fatto abbastanza e ieri si è appellato alla Procura generale: «Dovete prestare un’attenzione permanente alla lotta contro l’estremismo». Ed ha aggiunto preoccupato:
«Vediamo che una serie di gruppuscoli radicali agiscono con insolenza e provocazione. Inscenano azioni pubbliche, diffondono idee criminali su Internet e arruolano apertamente sostenitori».

di  Fabrizio Dragosei (27esimaora.corrie.it)

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