Torna positivo il trend delle donazioni in Italia, anche se siamo ancora lontani dai livelli precedenti alla pandemia.  La sesta edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con CSVnet in occasione del Giorno del Dono che si è tenuta il 4 ottobre, ha indagato lo stato dell’arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione economica (denaro), la donazione di capacità e tempo (volontariato) e quella biologica (sangue, organi etc.). Per ciascuno di tali ambiti il rapporto misura le pratiche e la propensione al dono delle persone residenti in Italia, con dati generali accompagnati da approfondimenti tematici affidati ad esperti e centri di ricerca.

Sono partner del progetto Osservatorio sul dono: ASSIF, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CSVnet, EuConsult Italia, FIDAS, Osservatorio di Pavia, Scuola di Fundraising di Roma, Walden Lab.

“Un risultato che ci aspettavamo e in cui speravamo anche se quelle che vediamo sono solo le prime luci in fondo ad un tunnel ancora lungo. Nel 2022, anno di riferimento di questa edizione dell’indagine, si cominciano ad avvertire i primi segnali di ripresa rispetto alle pratiche di dono degli italiani, dopo i difficili e contrastati anni dell’emergenza pandemica. Anche il dono, come tutte le sfere della vita pubblica e privata degli individui, non può non subire i colpi dalle crisi che, a più livelli, stiamo vivendo. Va sottolineato però che le organizzazioni del terzo settore hanno dimostrano una sostanziale tenuta e sono state premiate per la loro capacità di reagire e di innovare, anche se la strada è ancora lunga e tortuosa. La sfida è combattere l’astensionismo dal dono e intercettare nuove forme di partecipazione, per coinvolgere sempre più persone a mettersi in gioco ed esprimere concretamente, anche attraverso il dono, il proprio personale contributo”, commenta il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò

“Noi doniamo” analizza anzitutto il comportamento donativo tramite versamento di denaro per buone cause e in particolare per il non profit, utilizzando diverse fonti, come l’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’Istituto Italiano della Donazione che traccia una fotografia approfondita sulle raccolte fondi del non profit; le ricerche BVA Doxa “Italiani solidali” su un campione di 2000 individui attraverso interviste in profondità; l’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana” (AVQ) condotta da Istat su un campione di 25.000 italiani residenti in 800 comuni.

Se con il 2020 e l’esplosione della pandemia la generosità era aumentata (anche se direzionata per lo più direttamente ai bisogni scaturiti dall’emergenza a discapito del terzo settore) il 2021 aveva fatto registrare un calo in quasi tutte le dimensioni donative. Nel 2022 si nota invece una ripresa generalizzata delle pratiche di dono, anche se quasi tutti gli indici presi a riferimenti nel presente rapporto non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemia.

Nel 2022 il numero di cittadini che affermano di aver donato almeno una volta denaro ad un’associazione è salito al 12,8% della popolazione con età maggiore di 14 anni (+ 0,8 %): un trend che ha ricominciato a crescere dopo l’arresto del 2021 quando era stato registrato un calo di 2,3 punti percentuali, arrivando a toccare quota 12% dopo il lieve aumento (dal 13,4% al 14,3%) del 2020 (Istat). Il sostegno alle associazioni rimane stabile tra gli uomini mentre aumenta tra le donne (+1,0 punto percentuale) e tra la popolazione di 35-44 anni (+2,1 punti percentuali). La crescita si concentra nelle regioni del Sud (+1,2 punti percentuali) e nei Comuni fino a 2 mila abitanti (+2,5 punti percentuali). Dare contributi in denaro alle associazioni continua ad essere un’attività poco diffusa tra i giovani (meno del 6% tra i giovani di 14-24 anni) e raggiunge il massimo tra le persone di 45-74 anni (tra il 14% e il 17%).

Se andiamo ad osservare anche il mondo delle donazioni informali (quelle non transitano dalle organizzazioni non profit) i dati rilevati da BVA Doxa mostrano un dato in netto aumento: un italiano su due ha fatto almeno una donazione informale nel 2022. Aumenta infatti di 14 punti percentuali la quota di coloro che nei 12 mesi precedenti l’intervista hanno effettuato almeno una donazione di questo tipo, passando dal 36 al 50%.

Come evidenzia l’analisi fatta da ASSIF, cresce in valore assoluto di 5.484 unità il numero degli Enti Iscritti (da 74.173 a 79.657), ma considerando l’alta quota di Enti Esclusi (8.281) il numero reale di Enti Ammessi cala di 1.052 unità (da 72.550 a 71.498).
Benché il numero di enti iscritti continui ad aumentare, ancora più di 1 ente su 6 (il rapporto era 1 su 10 nel 2021) mostra una limitata capacità di sfruttare efficacemente il potenziale dello strumento. 13.946 Enti, il 17,5% del totale, hanno raccolto meno di 100€.  Sta agli Enti del Terzo Settore, prima che ai contribuenti, migliorare la loro cultura del fundraising per promuovere uno strumento di sussidiarietà fiscale così impattante come il 5xmille.

Il titolo dello spot IID Donare rende felici, divenuto lo strumento principale della comunicazione sul Giorno del Dono, è supportato da indagini di nuova generazione che, nell’ambito delle neuroscienze, danno una lettura inedita del fenomeno donativo. Illustra Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID: “Per la prima volta il nostro report riporta una sintesi della letteratura scientifica che mette in relazione i funzionamenti cerebrali con la volontà di donare, sotto determinati stimoli visivi/auditivi. L’indagine che trovate nel capitolo dedicato, realizzato dal Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain Lab IULM”, indaga il ruolo di diversi fattori (ormonali, di predisposizione emotiva, fisiologici…) che spingono maggiormente le persone a donare o a non donare. Interessante notare come gli stati emotivi di benessere (la felicità) e l’atto di donazione siano strettamente collegati. La donazione infatti produce una risposta di gratificazione negli individui, inducendoli a provare una sensazione di felicità.

Si registra, inoltre, una crescita dei volontari, con un marcato aumento tra le fasce di giovani e giovanissimi.  Nel 2022 la tendenza degli anni precedenti di calo del numero di cittadini impegnati in attività di volontariato ha iniziato ad invertirsi, guadagnando un punto percentuale: l’8,3% dei cittadini afferma di svolgere attività gratuite in associazioni di volontariato. Cresce anche la quota di coloro che dichiarano di svolgere tali attività al di fuori delle associazioni, passando dal 2,1% del 2021 al 2,7% del 2022. Ciò nonostante, i dati Istat, presentati nel capitolo dedicato, rilevano comunque che il volontariato continua a dare segnali di sofferenza, sicuramente anche a causa della pandemia. Il fenomeno merita di essere indagato con grande attenzione negli anni successivi alla raccolta dei dati del censimento, i cui risultati completi saranno presentati entro dicembre 2023.

La ripresa della pratica volontaria nelle associazioni di volontariato riguarda tutte le fasce di età, ma per alcune assume una crescita più accentuata. La fascia dei giovanissimi (14 – 17 anni) fa un balzo in avanti di 2,5 punti percentuali (dal 3,9 al 6,4%), quella dei 18 e 19enni passa dall’8,9 al 9,4%, la fascia 20 – 24 anni dall’8,9 al 9,2%.

In merito alla distribuzione per area geografica, le regioni del nord si confermano quelle con maggiore propensione all’impegno gratuito nelle associazioni (10,2%). Al Nord-Ovest e Nord-Est la percentuale è infatti del 10,2%, al Centro dell’8%, mentre al Sud del 6% e nelle Isole del 5,4%La probabilità di impegno sale al diminuire della densità abitativa: è nei piccoli Comuni fino a 2.000 abitanti che si incontra la maggiore propensione ad impegnarsi nelle associazioni (10,4%) mentre nelle più grandi aree metropolitane la quota è meno significativa (7,6%).

 
Per quanto riguarda le donazioni di sangue il quadro del 2022 registra un miglioramento con alcune forti criticità rilevate dal Centro Nazionale Sangue (CNS). Nel 2022 i donatori di sangue sono stati 1.660.227, dato in leggera crescita rispetto al 2021 e che si avvicina sempre di più ai livelli pre pandemia. Grazie a queste donazioni sono state realizzate circa 2,8 milioni di trasfusioni a vantaggio di 639mila pazienti, con una media di circa 5,4 trasfusioni ogni minuto.

Nel 2022 in Italia i trapianti e le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche hanno visto un trend di crescita. La Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale ha confermato l’ulteriore aumento rispetto al 2021, completando di fatto il totale recupero dei livelli di attività precedenti all’emergenza Covid, e segnando in molti casi le migliori performance assolute mai realizzate dal sistema trapiantologico nazionale. I dati sono stati diffusi dal Centro Nazionale Trapianti che sottolinea come le donazioni di organi solidi hanno superato quota 1.800 in un anno: sono state complessivamente 1.830 (+3,7%), 1.461 da donatori deceduti e 369 da viventi. Un risultato frutto in particolare di un nuovo aumento delle donazioni potenziali segnalate in rianimazione (2.662, +4,1%), che fanno un nuovo passo verso i livelli pre-Covid.

L’incremento delle donazioni ha portato all’aumento dei trapianti: il numero complessivo è stato di 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 (+2,5%) e secondo miglior risultato di sempre. Ma sono ancora troppi i “no” nelle dichiarazioni di volontà alla donazione depositate nel Sistema informativo trapianti al 31 dicembre 2022. Le dichiarazioni di volontà hanno superato quota 14 milioni e mezzo: 72% i consensi e 28% le opposizioni registrate in vita che restano alte specialmente nelle regioni del Sud dove sfiorano o, in qualche caso, superano il 40%.

Il rapporto completo è scaricabile qui

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