CINA – Amnesty International ha chiesto al governo cinese l’immediata abolizione della nuova legge sulla sicurezza nazionale, approvata il primo luglio, che conferisce alle autorità poteri arbitrari di reprimere e sopprimere i diritti umani.  La legge definisce la “sicurezza nazionale” in termini vaghi e ampi, fino a comprendere questioni politiche, culturali, finanziarie e relative a Internet.

BEQUELIN – «La definizione di “sicurezza nazionale” è praticamente senza limiti. La nuova legge dà carta bianca al governo per controllare e punire chiunque non gli vada a genio, dagli attivisti per i diritti umani alle voci critiche e agli oppositori», ha dichiarato Nicholas Bequelin, direttore regionale di AmnestyInternational per l’Asia orientale, che aggiunge: «Questa legge serve a proteggere più il controllo del Partito comunista sul paese che la sicurezza nazionale. La direzione del partito e il suo monopolio sul potere politico sono espressamente menzionati tra le questioni di sicurezza nazionale di cui si occupa la legge. Le autorità cinesi devono annullarla immediatamente. Tra le misure fondamentali da adottare per proteggere i diritti umani dei cinesi, dovrebbero esservi una serie di tutele adeguate per bilanciare le esigenze di sicurezza col rispetto dei diritti umani delle persone»

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