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Malattie rare respiratorie, al Monaldi una giornata di studi

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Diagnosi precoce, nuove terapie e miglioramento della qualità della vita e della realizzazione sociale e lavorativa sono gli obiettivi da perseguire quando si parla di pazienti affetti da patologie rare.

Di questo si parlerà nel corso del V Meeting “Malattie respiratorie rare: dal paziente alla diagnosi” previsto il prossimo 14 aprile presso l’aula Magna dell’Ospedale Monaldi e che vede come responsabili scientifici i dottori Anna Annunziata, Valentina Di Spirito e Giuseppe Fiorentino, già direttore dell’UOC di Fisiopatologia e Riabilitazione respiratoria dell’Azienda Ospedaliera dei Colli e, oggi, in veste di direttore sanitario della stessa azienda.

Gli specialisti, provenienti da tutta Italia, quindi, si confronteranno sugli ultimi aggiornamenti scientifici in materia con l’obiettivo di condividere le singole esperienze e di consolidare la rete nazionale per la gestione dei pazienti affetti da patologie polmonari rare.

La giornata di studi e di approfondimento del prossimo 14 aprile sarà dedicata al professore Matteo Sofia, ordinario di Malattie dell’Apparato respiratorio della Federico II di Napoli e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumotisiologia del Monaldi, prematuramente scomparso nel 2013, di cui si ricorderà l’amore per la ricerca nel campo delle patologie respiratorie rare e per la cura dei pazienti.

«La nostra azienda è sede del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania e sono oltre 2200 i pazienti che vengono seguiti nelle 14 Unità operative coinvolte nella rete delle malattie rare, con particolare attenzione alle patologie cardiologiche e pneumologiche», commenta Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

«Personale altamente qualificato e tecnologie all’avanguardia sono i punti di forza dell’Azienda Ospedaliera dei Colli nella gestione delle patologie respiratorie. Grazie a una esperienza maturata negli anni possiamo offrire ai pazienti un approccio multidisciplinare globale che integri la connessione tra pazienti, familiari, personale sanitario ospedaliero, medici di medicina generale, Asl e istituzioni» conclude.

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