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“Mare mostro”: nelle nostre acque è emergenza microplastica IL VIDEO

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NAPOLI – Sono stati individuati più di 4 metri cubi di plastiche da Marevivo e Castalia, durante l’operazione “Sea Sweepers” scattata alla foce del fiume Sarno e che ha impegnato i volontari di Marevivo e il personale Castalia per due giorni consecutivi. La stragrande maggioranza delle materie plastiche presenti in mare proviene dai corsi d’acqua: durante le piogge i rifiuti si accumulano nei fiumi ed infine, attraverso la foce, raggiungono il mare. La capacità di recupero del materiale plastico inquinante è fondamentale per la protezione degli ecosistemi marini.

Attraverso le imbarcazioni antinquinamento per acque basse di Castalia denominate “sea sweepers”, Marevivo e Castalia hanno provato l’efficacia delle reti sperimentali per l’intrappolamento selettivo delle plastiche e delle barriere di protezione per la loro raccolta.
L’operazione fa parte della campagna “Mare mostro”, promossa in questi mesi da Marevivo sull’impatto della plastica in mare. L’operazione si è potuta svolgere grazie alla collaborazione ed al supporto del Comune di Torre Annunziata e delle motovedette della Guardia Costiera che hanno vigilato sullo svolgimento in sicurezza delle operazioni di posizionamento della rete per l’intercettazione dei rifiuti e fornito assistenza al personale di Castalia che ha proceduto al recupero del materiale per la successiva fase di studio.
La campagna “Mare mostro” si articola in seminari, incontri con gli studenti, dibattiti con amministratori e politici e prevede azioni di raccolta di plastica alle foci dei fiumi, come quella appena avvenuta alla foce del Sarno. Appena una settimana fa, Marevivo ha illustrato, a Napoli, la proposta di legge numero 3852 a prima firma del presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera Realacci e sottoscritta da oltre 40 deputati di diversi gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, per dare una prima risposta all’emergenza della microplastica e porre così un argine ai miliardi di microscopici frammenti di plastica che, sfuggendo a qualsiasi filtro, vengono ingeriti dagli organismi marini e finiscono direttamente nel piatto del consumatore. La legge mette nel mirino i prodotti cosmetici che contengono microplastiche: dal 1° gennaio 2019 non sarà più consentito produrne e metterne in commercio.
In certi cosmetici le microplastiche rappresentano dall’1 al 90% del peso del prodotto stesso: specialmente negli scrub, nei bagnoschiuma, nei dentifrici ma anche i rossetti, le maschere, i mascara, gli idratanti, lo spray per capelli, le creme lenitive, le schiume da barba.
In Europa nel 2013, solo per i prodotti di bellezza, sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di microplastiche, finite quasi tutte in mare e con possibili ripercussioni anche per la salute umana.
La proposta di legge è oggetto anche di una petizione online che ha raggiunto 15mila firme e che si può sottoscrivere su change.org o su marevivo.it per chiedere di accelerare i tempi di approvazione in Parlamento.

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