ROMA – Che fine ha fatto il piano d’azione del Ministero della Salute contro l’antibiotico resistenza? E quando saranno convocate le associazioni della società civile? Sono le domande che agitano un vasto gruppo di sigle che ha scritto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedendo un incontro e un confronto su un piano di cui, a oggi, non si sa nulla. L’allarme è grande. L’antibiotico resistenza è una minaccia crescente alla salute pubblica globale e l’Italia non fa certo eccezione.
L’uso inappropriato degli antibiotici ha portato al rapido sviluppo di batteri resistenti ai farmaci antibiotici e la resistenza antimicrobica è diventata una seria minaccia per la salute pubblica, perché rischia di avere come conseguenza l’impossibilità di curarsi con i farmaci esistenti. Solo in Italia il numero di decessi per antibiotico resistenza è stimato tra 5.000 e 7.000 persone all’anno e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che l’antibiotico resistenza è una minaccia crescente alla salute pubblica globale, chiedendo un’azione congiunta ed urgente che coinvolga le Istituzioni e la società civile. L’Italia è il terzo più grande utilizzatore di antibiotici negli allevamenti in UE e i dati sono allarmanti: il 71% degli antibiotici venduti in Italia sono destinati agli animali negli allevamenti intensivi.
Questa situazione viene richiamata nella lettera che venti associazioni – fra le quali Legambiente, CIWF Italia, WWF Italia e Greenpeace Italia, insieme ad Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Movimento Difesa del Cittadino, ad Arci e CGIL – hanno scritto al ministro Lorenzin dopo l’assenza di risposta a una precedente richiesta, inviata a novembre. “Ad oggi il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin non ha ancora reso noti i contenuti del Piano Nazionale contro l’antibiotico resistenza”, dicono le associazioni. Che in questi mesi hanno condiviso un appello: “L’antibiotico resistenza è un’emergenza sanitaria grave e merita la massima attenzione. Così come indicato dall’OMS e dal Consiglio dell’UE, il Piano Nazionale contro l’antiobiotico resistenza deve essere redatto con il coinvolgimento della società civile, secondo il principio “One Health”. Le associazioni hanno chiesto più volte un incontro al Ministro della Salute per conoscere il Piano e aprire un confronto sulle strategie necessarie a fronteggiare questo fenomeno.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha realizzato un Piano di Azione Globale che prevede per ogni Paese la redazione e l’implementazione di un proprio Piano Nazionale, ricordano le sigle, e anche il Consiglio dell’UE lo ha ribadito nelle decisioni pubblicate a Giugno 2016. “Nonostante il Ministro Lorenzin da mesi annunci l’imminente approvazione del Piano Nazionale in Italia, ad oggi nessuna associazione rappresentante della società civile è stata invitata ad un confronto sui contenuti”, denunciano le venti associazioni.
“È indubbio – scrivono le associazioni nella seconda lettera indirizzata al ministro Lorenzin – che trasparenza, dialogo e partecipazione siano principi essenziali per una rinnovata Unione europea e che, per essere forti, debbano essere praticati e promossi a livello nazionale dalle Istituzioni dei Paesi membri. Per questo, nel solco di quanto indicato nel Manuale per lo sviluppo dei piani d’azione nazionali, nelle conclusioni del Consiglio d’Europa del 17 giugno 2016, nel Trattato UE e nel Trattato FUE, le scriventi Associazioni rinnovano la richiesta di incontro per conoscere il Piano d’azione fin qui elaborato ed avere una proficua discussione prima della sua approvazione.”

di Danila Navarra

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