Davide Usai Direttore UNICEF ItaliaPERUGIA – Comunicare il sociale si può, ma non è facile. Lo spazio dedicato al Terzo settore nei giornali generalisti non sempre è adeguato e la lente attraverso cui lo si guarda può essere distorta. Troppo buonismo o sterile criticismo sono gli eccessi da evitare. Le stesse realtà no-profit faticano a farsi conoscere e a promuovere i loro progetti, fatto eccezione per sporadici eventi di grande visibilità. Ma la vita delle organizzazioni di volontariato, e chi ne fa parte lo sa bene, va molto al di là di slogan e gazebo per la raccolta fondi. La vera sfida è comunicare l’autenticità del quotidiano, con le sue difficoltà e le sue ‘Buone notizie’ (come nella nuova rubrica del corriere.it).
Per capire a che punto siamo in Italia in termini di rapporto tra sociale e new media, abbiamo intervistato il Direttore generale di UNICEF Italia Davide Usai, a margine di un incontro sullo stesso tema svoltosi al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.

Secondo lei i mezzi di informazione dedicano il giusto spazio al sociale?

Non credo che si parli abbastanza di sociale. È vero che nel mondo ci sono tante situazioni di crisi ed è giusto prediligere altri aspetti, ma in parte la colpa è anche nostra. È necessario promuovere dibattiti, momenti di riflessione tra i vari soggetti del mondo del sociale, così da capire insieme in che modo si può avere più spazio sui new media.

In che cosa potrebbe stare la porzione di responsabilità delle associazioni no-profit?

Noi associazioni non possiamo essere in grado di confezionare storie che siano credibili dal punto di vista mediatico ed per questo che fatichiamo ad essere presenti sui media. Del resto anche il no-profit è, in qualche modo, un mercato che risponde a regole precise di concorrenza e, talvolta, di scorrettezza. Per arrivare al grande pubblico, dunque, è necessario intessere con l’informazione un rapporto di lunga durata.

Quali strategie comunicative adotta l’Unicef per far conoscere le proprie iniziative?

Unicef Italia investe tantissimo in comunicazione online, con ottimi risultati. Il nostro sito web è una fonte infinita di informazioni, dai bilanci ai progetti in corso. È ovvio che non tutte queste informazioni vengono lette dai nostri donatori o da chi ha curiosità nei nostri confronti. Tuttavia, continueremo ad investire su questa forma di comunicazione perché le altre strade, per ragioni economiche, sono difficilmente percorribili.

Che cosa può dirci dei social media? Unicef trae vantaggi dall’utilizzo di questi strumenti?

È chiaro che oramai i social media dettano i temi dei media. Chi fa opinione all’interno dei social media ha più possibilità di dettare l’agenda dei media e in qualche modo di convincerli ad occuparsi di certi temi. Per questo continueremo ad investire tempo e risorse in questo ambito.

di Silvia Aurino

 

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