Napoli bocciata, come Roma. Ma va pure peggio a Caserta, mentre supera l’esame Avellino. Anche quest’anno Legambiente ha realizzato Ecosistema Urbano, il rapporto annuale sulla vivibilità ambientale dei comuni capoluogo (in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore) che esamina oltre 30mila dati ambientali raccolti (prima del via alla pandemia) attraverso i questionari inviati dall’associazione ai 104 comuni capoluogo di provincia e tramite le informazioni derivanti da altre fonti statistiche accreditate. Emerge la fotografia di un’Italia che procede a due andature differenti. La prima, dinamica e attenta alle nuove esigenze urbanistiche, con un occhio alla mobilità sostenibile, alle fonti rinnovabili, alla valorizzazione degli spazi naturali, che vede in testa alla lista Trento, poi Mantova, Pordenone, Bolzano, Reggio Emilia.

Mentre Napoli, al 91 esimo posto su 104 città, preceduta di una sola posizione da Roma, è forse l’emblema di un andamento a rilento nelle performance ambientali, soprattutto su smog, trasporti, raccolta differenziata, gestione idrica, in una classifica che piazza in fondo alla graduatoria Pescara (102esima), Palermo (103esima) e Vibo Valentia (104esima). In generale, l’analisi di Legambiente mostra la Campania con un passo indietro nella trasformazione verde. Se Avellino può sorridere con il 31esimo posto, si deve scorrere fino al 60esimo posto di Benevento per trovare un altro capoluogo campano, con la città sannita che si segnala per la realizzazione di una rete di quasi 25 chilometri di piste ciclabili integrate con i mezzi di trasporto pubblico e ferroviario per migliorare la mobilità urbana e rilanciare il turismo. Poi, c’è Salerno, 77esima, il 90esimo posto di Napoli che è legato parecchio alle carenze sul trasporto pubblico (come Roma e Palermo) e il 96esimo posto di Caserta. Ma nel report di Legambiente c’è anche spazio per i progetti campani: oltre alla pista ciclabile di Benevento è citato il primo servizio cittadino di car sharing elettrico a emissioni zero a Napoli, integrando il trasporto pubblico e quello dei taxi. 

Ma a Napoli e al Sud in generale c’è anche la percentuale più alta di famiglie in povertà assoluta (totale 1,7 mln di famiglie, 4,6 mln di persone): secondo lo studio di Legambiente l’8,6% nel Meridione, il 4,5% al Centro e il 5,8% al Nord. Sempre su Napoli, i quartieri più disagiati dal punto di vista economico sono San Giovanni a Teduccio, Ponticelli, San Pietro a Patierno, Scampia, Piscinola, Miano.

di Nicola Sellitti