Attractive African American expecting parents over white background.ROMA. Un aiuto alle future mamme straniere, in condizioni di disagio socioeconomico. È il San Camillo Forlanini di Roma a creare un servizio ad hoc. Si chiama ”Ambulatorio di consultazione familiare neonatale per le famiglie in condizioni di rischio evolutivo e per le donne straniere” e si trova all’interno dell’Unità  operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale. L’obiettivo è offrire a tutte le donne, senza nessuna distinzione, un supporto adeguato con esami e screening necessari per affrontare la gravidanza con serenità. Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 14, il servizio offre alle future mamme  un percorso dedicato: si inizia con la visita da parte di due ginecologi, coadiuvati da due infermieri e si prosegue con la consulenza da parte del diabetologo, chirurgo pediatra e neonatologo. Il primo passo è sottoporre le donne in gravidanza a tutti gli esami necessari: rischio parto prematuro, abortività, basso peso alla nascita e parti pretermine, quindi si crea per loro un percorso per eseguire controlli e visite. All’ambulatorio di consultazione neonatale del San Camillo Forlanini si rivolgono ogni anno fra le 150 e le 180 famiglie, di cui il 40 per cento sono straniere (prevalentemente da Romania, Bangladesh e Nord Africa).
PER UNA GRAVIDANZA SERENA – «Da noi arrivano spesso donne con una gravidanza abbondantemente avviata, che hanno saltato le prime ecografie e gli esami ematochimici – ha spiegato Fabrizio Signore, dirigente dell’Unita’ operativa di Ostetricia e Ginecologia del San Camillo Forlanini – Hanno il diabete gestazionale, soprattutto le straniere. Se la futura mamma non esegue tutti i controlli necessari, può incorrere in malattie come la gestosi: patologie che comportano il rischio di parto pretermine, emorragia alla nascita e neonati di basso peso. Le cause sono rintracciabili nelle diete non adeguate, nella mancata somminsitrazione di acido folico in epoca preconcezionale e in tutta la carenza di attenzioni e servizi dovuta in generale ai disagi socioeconomici ».

di Stefania Melucci

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