ROMA. Nel corso del 2011 l’esame delle statistiche conferma «l’aumento generale della presenza di minori di nazionalità italiana, già iniziato negli anni immediatamente precedenti, anche nei Servizi residenziali, come i Centri di prima accoglienza e gli Istituti penali per i minorenni, che per molti anni hanno visto prevalere numericamente i minori stranieri». E’ quanto dice il ministro Paola Severino nelle sue comunicazioni in aula alla Camera sullo stato della giustizia. «Attualmente- spiega- la presenza straniera proviene prevalentemente dall’Est europeo (principalmente dalla Romania) e dal Nord Africa (Marocco soprattutto). In generale i reati contestati sono prevalentemente contro il patrimonio (60%), pur se non sono trascurabili le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti (10%)».
IL MINISTRO. Severino si sofferma quindi su un aspetto programmatico: la giustizia minorile deve necessariamente privilegiare l’aspetto rieducativo della pena, tendendo al reinserimento sociale del giovane condannato attraverso istituti ampiamente sperimentati come quello della messa alla prova. Ha specificato il minostro: «Si tratta pero’ di istituti che richiedono un notevole impegno, non solo dei servizi sociali, ma anche delle famiglie e della comunita’ dei cittadini. Questi due ultimi contributi possono venire meno se il giovane condannato è uno straniero la cui famiglia e la cui comunita’ sono lontane dall’Italia. Ecco perche’ ci accingiamo a varare un piano di contatti internazionali e di convenzioni bilaterali volti ad incentivare il ritorno del minore nel suo sistema culturale di origine».
di Francesco Gravetti