di Laura Guerra
ROMA. Uno stratagemma usato dai pubblicitari per vendere. E la protesta indignata delle donne, ma anche di alcuni uomini,  si accende sui social network. La Miele, marchio leader nel settore elettrodomestici, per lanciare un nuovo modello  si affida ad un immagine che sembra innocua ed invece  per il popolo della rete appare inquietante: un bicchiere a stelo, lucido ma sbreccato, fotografato su uno sfondo di un bel verde rassicurante; in alto, svetta lo slogan “Stop alla violenza sulle stoviglie”, in perentorio stile di denuncia.
LA PROTESTA – E, poche ore dopo il lancio della campagna, Giovanna Cosenza, docente di Semiotica all’Università di Bologna, affida al suo blog Disambiguando la deuncia: “ma… com’è possibile, oggi, concepire una campagna come questa? A fronte del numero di donne che ogni anno in Italia sono stuprate? Ironia, risponderanno come al solito. Passi l’equazione donna = stoviglia,   ma… sulla violenza? Si può fare ironia, oggi, sullo stupro?  – rimarca la Cosenza – Sì, Non è venuto in mente a nessuno, fra i signori e le signore (sì, ci sono tre donne che l’hanno creata) che per molte donne, molte famiglie non c’è proprio niente da (sor)ridere? Come si fa, oggi, a non tenere conto di proteste – vere e proprie urla di dolore –  in che mondo vivono le agenzie che creano queste campagne, e le aziende che gliele commissionano e approvano?” I commenti al suo post, si contano immediatamente a decine e il link che invita a boicottare l’acquisto viene rilanciato fra i blogger e da decine di ‘cinguettii’ che rimbalzano su numerosi account.
 
ATTENZIONE A NON STRUMENTALIZZARE – “Questa pubblicità commerciale si ispira ad una  campagna  di comunicazione sociale del Consiglio d’Europa  del 2008, utilizzando però gli stereotipi sbagliati come la messa in scena dei  segni del dolore – sostiene Daniela Vellutino docente di Comunicazione   pubblica all’ Università di Salerno –  non  vorrei che l’azienda, giustificasse questo atto creativo come un suo contributo di responsabilità sociale d’impresa”.
LA PRECISAZIONE DELL’AZIENDA – In una nota inviata oggi al nostro giornale si legge “nel testo dell’articolo, viene commentata e argomentata un’immagine che non si riferisce alla campagna pubblicitaria Miele e che è frutto di un errore nato sul blog di Giovanna Cosenza. E probabilmente chi ha firmato l’articolo non ha eseguito ulteriori approfondimenti. La campagna – continua la MPR comnicazione integrata che ha curato la tanto discussa campagna pubblicitaria -Miele si tova al link:
http://lavastoviglie.miele.it/ La nostra agenzia, MPR Comunicazione Integrata, ha concepito la campagna con intenzioni completamente contrarie a quelle riportate nel vostro sito, e siamo naturalmente a disposizione per fornire tutte le informazioni che riterrete”.
LA RISPOSTA DI COMUNICARE IL SOCIALE – Dopo aver “sospeso” per alcune ore la notizia dal nostro portale, in attesa di verificare in maniera minuziosa quanto contestato dalla MPR, abbiamo ritenuto opportuno ripubblicare il contenuto dell’ articolo della collega Laura Guerra, poiché rispondente al vero. Sille intenzioni della MPR non abbiamo dubbio alcuno che siamo le più nobili, almeno al pari delle nostre che consistono nel fonrire un’ informazione corretta e veritiera sempre.

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