di Luca Mattiucci
NAPOLI. A Pasqua circa sette italiani su dieci sono rimasti a casa. Motivo? Ovviamente la crisi. E se nel 2011 la flessione del comparto turistico è stata del 17%, per l’estate 2012 le previsioni sono più che funeste. I nuovi poveri sono cresciuti nell’ultimo triennio del 14% e il dato che inquieta di più riguarda proprio il meridione. Qui la concentrazione di famiglie in stato di povertà “relativa” raggiunge il 74% del totale ( fonte: rapporto Caritas). Come a dire che su 8 milioni e 272mila italiani indigenti, quasi 6 milioni vivono tra Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia. La crescita del tasso di povertà, per la prima volta, si registra anche in ceti sinora indenni alle crisi come, ad esempio, il +1,6% registrato dal ceto medio e un +0,8% che riguarda nuclei con un titolo di studio elevato (+0,8%). Vecchi e nuovi poveri tutti costretti ad affrontare ogni giorno problemi che vanno dalle spese alimentari alle cure mediche di base. Ma allora come fare a pensare ad una vacanza? L’alternativa potrebbe  sembrare scontata: non andarci. Eppure la scappatoia c’è e si chiama “vacanza responsabile”. Secondo i dati diffusi dall’Insart ( Unioncamere) a prosperare è il circuito dei viaggi organizzati dai circoli culturali e sportivi, dalle parrocchie, dai Comuni sino ai circoli aziendali. Un business da 1 mld e 171 milioni di euro che genera ogni anno 2,1 milioni di vacanze, con un trend di crescita al 2,2%. Responsabilità e sociale si trasformano in un mix di offerta capace di garantire pernotto a basso costo e tutti i comfort soliti.  Una strada che pare funzionare al punto da avere spinto l’UE a richiedere alla propria Commissione di mettere a disposizione per 3,5 mld di euro (Azione Calypso ndr). La gamma? Decisamente amplia, il risparmio pure. Su tutti gli “alberghi diffusi”, un po’ case un po’ hotel, che si rivolgono a chi è interessato ad usufruire di servizi come la colazione in camera mantenendo un livello di socialità alto con residenti e turisti ( www.alberghidiffusi.it ) Il risparmio? Fino al 40% a persona rispetto ad un albergo a tre stelle. Per i più giovani ad offrire una vacanza alternativa ed a contatto con la natura è il WWF che, con la rete di cooperative “Luoghi per crescere”, propone percorsi ambientalisti ( www.luoghipercrescere.it ). Ed ancora,  ecco la catena di Bed and Breakfast “Ecowordhotel” con risparmi a partire dal 10% grazie all’uso nelle strutture di materiali riciclati ed energia a basso consumo (www.ecowordhotel.com) . Storia a sé la fa il circuito CTG (www.ctg.it ) che da anni favorisce la costituzione di gruppi autogestiti; attraverso questa pratica si riesce ad abbattere il costo di una vacanza del 20% (www.ctg.it). Da non trascurare, infine, le offerte del “Tour operator dei borghi”: una rete di 170 comuni che affidano un tutor al viaggiatore che si trasforma in un membro temporaneo della comunità. Il successo? qualità e prezzi dell’offerta (www.borghiautenticiditalia.org). Sullo stesso principio anche il progetto avviato nel 2009 grazie alla “Fondazione per il Sud” – Angeli per Viaggiatori – dove in diverse città del Sud sono attivi volontari disposti ad accompagnare  il turista nella ricerca del piatto tipico fino alla scoperta delle bellezze culturali del luogo. Per chi sceglie la vacanza all’estero, però, la più originale di tutte resta quella dell’house sitting che impazza sul web: l’ospitalità offerta dai proprietari delle abitazioni (spesso ville) che sono costretti ad assentarsi temporaneamente. In cambio dell’ospitalità gratuita il viaggiatore dovrà sorvegliare l’abitazione e curare il giardino. In base alle prestazioni di lavoro richieste, al viaggiatore può essere corrisposta una remunerazione, arrivando così addirittura a guadagnare.
*articolo estratto da Corriere Economia del 23 aprile 2012

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