ROMA.  La Shell ha cancellato i piani di trivellazione nell’Artico di quest’anno. «Dopo sette anni e quasi 5 miliardi di dollari investiti- si legge in una nota di Greenpeace-  Shell torna a casa a mani vuote e con una reputazione rovinata.Gli investitori devono chiedersi ora se il gioco vale la candela: investire ingenti somme di denaro per sfruttare l’Artico, – si continua a leggere nella nota-  un ambiente fragile e prezioso per l’intero pianeta, non sembra un buon affare». Il disgelo annuale del ghiaccio artico sta raggiunto il livello più basso registrato dal controllo via satellite iniziato nel 1979. A giorni gli scienziati del National Snow and Ice Data Center (NSIDC) statunitense annunceranno il nuovo record dello scioglimento dei ghiacci artici, un triste primato da monitorare. «I ghiacci dell’Artico hanno una funzione fondamentale nella stabilizzazione del clima del Pianeta: riflettendo i raggi solari diminuiscono l’aumento della temperatura. Il loro scioglimento implica una modifica del clima globale», dichiara Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace.
«Il passo indietro di Shell è una buona notizia, ma ora bisogna creare un santuario globale nell’area disabitata che circonda il Polo Nord, bandire le trivellazioni petrolifere e la pesca non sostenibile nel resto dell’Artico».

di Davide Domella

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui