BRUXELLES. Il parlamento europeo boccia la candidatura di Yves Mersch nel board della Bce. Un veto simbolico, che esprime il «no» di Strasburgo all’assenza di donne nell’esecutivo della Banca centrale europea. Il rifiuto, che non ha precedenti, è venuto dalla sessione plenaria con 325 no, 300 sì e 49 astenuti. Sulle quote rosa l’assemblea ha dunque dato il suo sostegno alla posizione della Commissione economico-finanziaria. La candidatura di Mersch, governatore della banca centrale lussemburghese, è stata proposta dal Consiglio – su indicazione del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker – per sostituire lo spagnolo Gonzalez Paramo, decaduto il 31 maggio. Da parte sua però il Parlamento europeo ha più volte chiesto che fosse rispettato l’equilibrio di genere nella composizione dell’esecutivo dell’Eurotower.

NO COMMENT – La Commissione europea non ha voluto commentare il voto su Mersch. Il portavoce ha semplicemente ricordato che ora tocca all’Ecofin «prendere una decisione». Il portavoce ha ricordato anche che l’Europarlamento aveva su questa nomina un ruolo soltanto consultivo.

GLI APPELLI E IL VOTO – A settembre la Commissione Ecofin aveva rinviato l’audizione di Mersch per sottolineare la protesta. L’audizione si è finalmente svolta lunedì scorsa, ma la presidente della Commissione, la lib-dem britannica Sharon Bowles, aveva annunciato che sarebbe stata presentata una raccomandazione negativa «senza entrare nel merito delle qualità del candidato». Martedì il presidente permanente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, aveva dato generiche rassicurazioni sul fatto che avrebbe chiesto ai governi di proporre in futuro candidate donne, ma aveva sollecitato un voto a favore di Mersch «per riempire il vuoto» nel board della Bce. Un appello rimasto evidentemente inascoltato.

CONFLITTO POLITICO – Anche se il voto del Parlamento europeo non è vincolante per il Consiglio, apre di fatto un ulteriore elemento di conflitto politico tra le due istituzioni europee già divise su una serie di argomenti, il più sensibile dei quali è il bilancio pluriennale 2014-2020 dell’Unione europea.

Redazione Online Corriere.it

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