GROSSETO. Andare via dall’Italia, chiedendo asilo a un altro Paese, a causa della legge 49/2006 (Fini-Giovanardi), quella in materia di sostanze stupefacenti. E’ la singolare iniziativa dell’associazione Ascia, secondo cui «milioni di cittadini italiani vivono a rischio “criminalizzazione”, nonostante le qualità civiche, lavorative e familiari siano impeccabili per la maggior parte di essi». Tutto questo perché si fuma o si coltiva cannabis. La Fini-Giovanardi del 2006, infatti, prevede una condanna dai 6 ai 20 anni di reclusione anche per la coltivazione di una sola pianta di cannabis contemplando la “presunzione di reato di spaccio”, «un reato a cui la stragrande maggioranza dei consumatorie coltivatori – sottolinea una nota dell’Ascia-  in proprio è assolutamente estranea». E allora che si fa? Si richiede Asilo ad altre nazioni del vecchio continente dove le leggi sono meno severe. «In conseguenza allo stato di repressione in atto in Italia contro una categoria di cittadini assolutamente pacifici e responsabili, in nome e per conto dei propri soci, la scrivente Associazione ha inoltrato una “richiesta di asilo” alle ambasciate di Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Olanda, Austria e Belgio, a quei Paesi quindi, che pur essendo membri della UE e obbligati a osservare le direttive internazionali, hanno adottato nei confronti dei consumatori di cannabis, un atteggiamento civico e norme legislative tolleranti e responsabili».Secondo i promotori dell’iniziativa, la richiesta è stata presentata a difesa delle libertà individuali, della dignità e del diritto alle libere scelte, per tutti quei cittadini italiani che a causa di abitudini non convenzionalmente riconosciute, ma altrettanto innocue per la collettività, vivono in un inutile ed ingiustificato rischio di carcerazione.
LA RICHIESTA DI ASILO ALLA REPUBBLICA CECA. «Egregio Sig. Ambasciatore- si legge nella lettera inviata all’ambasciata Ceca in Italia- , la scrivente associazione ha ricevuto decine di richieste di informazioni, dai propri associati,per conoscere la prassi burocratica tramite la quale ottenere la concessione di asilo presso la Vostra Nazione.La suddetta richiesta è diventata una vera e propria esigenza a causa del sistema giuridicoitaliano che punisce con la pena della reclusione da 6 a 20 anni chi coltiva anche una sola pianta di cannabis. Avanziamo richiesta di informazioni per la concessione di asilo all’Ill.ma S.V. per la difesa e latutela della libertà personale e della dignità del cittadino italiano, messe a rischio quotidianamente dal sistema giuridico italiano che, ripetiamo, perseguita con la pena della reclusione da 6 a 20 anni chi coltiva e detiene sostanza stupefacente anche di poco superiore agli stringenti limiti stabiliti dalla Legge italiana e che, ad oggi, non risultano più conformi amolte altre legislazioni europee. Le chiediamo quindi la cortesia di concederci un appuntamento per poterLe meglio illustrare ivari aspetti della problematica».
di Walter Medolla

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