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Altro che dispersione, in Calabria c’è voglia di scuola

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di Francesco Gravetti
REGGIO CALABRIA. In un quadro generale ricco di contraddizioni e in una realtà fortemente condizionata dall’assenza di prospettive occupazionali, i giovani calabresi sembrano comunque preferire i banchi di scuola alla strada. I giovani tra 18 e 24 anni usciti precocemente dai percorsi formativi sono il 16,2%, meno della media del Sud (che è del 22,3%) e della media nazionale (che è del 18,8%). Secondo l’indagine effettuata nell’ambito del progetto “Di.Sco.Bull. Dispersione scolastica e bullismo: un progetto per i giovani del Sud”, gli studenti che hanno competenze solo minime in italiano sono il 33% del totale, contro una media nazionale del 21%. Per la matematica, la quota è del 39,6% in Calabria e del 25% in Italia. I tassi d’insuccesso agli scrutini finali e il numero delle bocciature sono, tuttavia, bassi. In Calabria agli esami finali del primo ciclo risulta promosso il 96,1% degli studenti, contro il 95% della media italiana. Nel secondo ciclo i promossi sono superiori alla media nazionale in tutti gli anni scolastici e in tutti i tipi di scuola: il 63,4% degli studenti viene promosso senza debito (contro il 59,8% della media nazionale) e i diplomati eccellenti (con 100) sono il 10,1% del totale (contro una media italiana del 6,6%).
DISPERSIONE SCOLASTICA. Anche la dispersione scolastica nel senso classico del termine, ovvero la percentuale di studenti che abbandonano gli studi, è inferiore alla media. In Calabria il 19% degli studenti delle superiori abbandona la scuola nel corso del quinquennio, in Italia la percentuale è del 26%. Si registrano però molte situazioni di disagio, che vanno dal gran numero di pluriripetenti agli studenti che frequentano saltuariamente, ai giovani che stanno a scuola senza mostrare alcun interesse. Nell’ambito del progetto Di.Sco.Bull sono stati allestiti negli istituti di istruzione secondaria superiore “A. Panella” di Reggio Calabria e “S. Pertini” di Crotone due centri che erogano servizi di ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio. I due punti di ascolto sono rivolti a studenti, famiglie e docenti e si avvalgono della consulenza di una équipe territoriale con competenze socio-psico-pedagogiche. Queste strutture, aperte al territorio, intendono operare in rete con enti e servizi esistenti, al fine di garantire la circolarità delle informazioni e l’ottimizzazione di risorse e opportunità.
IL PROGETTO. I dati sono stati forniti nel corso di un seminario in cui è stato presentato il progetto. Si tratta di un percorso progettuale promosso dal ministero dell’Interno con i fondi europei del Pon sicurezza per lo sviluppo nelle quattro regioni dell’obiettivo convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). Al seminario hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, l’assessore alla Cultura della regione Calabria Mario Caligiuri, il direttore generale del Censis Giuseppe Roma e la viceprefetto del ministero dell’Interno Claudia Orlando.

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