NAPOLI — «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti», recita l’articolo 32 della nostra Costituzione. Stando all’ultimo report dell’Istat sono otto milioni i poveri in Italia, pari al 13,6 per cento della popolazione residente, con un tasso di inattività del 37 per cento. E al Sud la situazione peggiora: è povero il 25,8 per cento delle famiglie meridionali e si arriva a toccare la punta del 30 per cento in Campania e in Sicilia. Nel Mezzogiorno il rischio di povertà e di esclusione sociale supera la media nazionale di 15 punti percentuale, il doppio rispetto al Nord. E tanto per chiudere il cerchio, a Sud si toccano i livelli più bassi di spesa procapite per servizi sociali: 51 euro contro la media nazionale di 115,9 euro. Di poveri, indigenti, di ultimi da anni si occupa Emergency, associazione umanitaria che si sta occupando sempre di più anche d’Italia. Di Sud. E nel prossimo futuro di Napoli. Entro quest’anno Emergency aprirà un poliambulatorio a Ponticelli. E nei giorni scorsi uno dei polibus, ambulatori mobili, ha girato per Castelvolturno.
RICHIESTE D’AIUTO – Tra i volontari anche Cecilia Strada. «Riceviamo ogni giorno richieste di aiuto, cittadini che non sanno più cosa fare perché è chiuso il presidio, l’ambulatorio — racconta —. In realtà il criterio che adottiamo prima di valutare un progetto in Italia è lo stesso che utilizziamo per i programmi all’estero. Sia a Napoli sia a Polistena c’è una forte presenza di stranieri sia regolari che irregolari. Ma sempre più arrivano italiani». Il Programma Italia di Emergency è iniziato nel 2006 con l’apertura di Palermo, poi nel 2010 quello di Marghera, ora punta alla Calabria e alla Campania. I poliambulatori si occupano della cura diretta di base e soprattutto di orientamento sociosanitario, «per quelli che hanno diritto ma il loro diritto resta solo sulla carta — prosegue Cecilia Strada —. L’altro giorno ero a Castelvolturno a seguire uno dei polibus mobili. Pensati per andare a raggiungere i pazienti sul territorio disperso, per esempio il bracciante agricolo. A Marghera il 20 per cento dei nostri pazienti sono italiani, a Palermo il 5 per cento. Non so ancora le statistiche ma è accaduto lo stesso a Castelvolturno: a un anziano diabetico nessuno ha mai spiegato che ha diritto all’esenzione, dalla terza settimana, da quando non ha più soldi, smette di curarsi. Sono situazioni paradossali se ci pensiamo. Tagliare sulla sanità, sul presidio non è mai un buon investimento neanche dal punto di vista economico, perché ci si ammala di più e quindi costa di più. Curare le persone ambulatoriarmente significa migliorare la salute, ma anche non ingolfare i prontosoccorso. La salute è sempre un investimento».
IL PROGETTO – Andrea Belardinelli, è il coordinatore del programma Italia di Emergency. Ieri a Polistena: «Ponticelli è un grande progetto, grazie al Comune che ci ha dato in concessione lo stabile. Nato da una considerazione amara: il programma Italia in questi ultimi anni purtroppo ci dà molto lavoro. Ci sono nuove povertà a causa della crisi economica, ma anche difficoltà di accesso ai servizi, ticket sanitari aumentati, tagli impressionanti. Secondo gli ultimi dati sono 8 milioni gli italiani poveri, ma sono molti di più coloro che, pur essendo al di sopra della soglia di povertà, non ce la fanno a curarsi. In una corretta gestione della sanità non dovrebbe esistere».
LA CENA DEL ROTARY – Gino Strada mercoledì sarà a Napoli per una cena organizzata al Parker’s dal Rotary club Sant’Elmo, il cui presidente è Giorgio Budillon, con i club Posillipo e Ovest. Il promotore è un chirurgo, Marco De Fazio. Il titolo della chiacchierata è: «Emergency, esperienza di medicina e pratica di diritti». Dei diritti di tutti, migranti e non. Dall’8 al 28 aprile Emergency raccoglie fondi da destinare al Programma Italia. Lo si può fare con una telefonata al 45505. E poi informandosi, contattando i tanti volontari presenti sul territorio. Otto milioni di poveri sono davvero troppi.
 

di Simona Brandolini (corrieredelmezzogiorno.it)

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