LONDRA – La legge, approvata nel marzo 2012, è entrata in  vigore proprio dal primo aprile 2013. La sanità inglese diventa privata.
I principali contenuti politici della riforma (Health and Social Care Act) sono i seguenti:
1.  L’intera infrastruttura sanitaria pubblica, dalle Strategic Health Authorities (le nostre Regioni) ai Primary Care Trusts (le nostre ASL),   è stata abolita.
2. Se sul versante del finanziamento del sistema sanitario la responsabilità  rimane a carico del settore pubblico e quindi della fiscalità generale, sul versante della produzione dei servizi curativi (territoriali e ospedalieri) si va verso una diffusa privatizzazione dei servizi sanitari, guidata da logiche di mercato  molto spinte, con l’irruzione nel sistema di  grosse e potenti  compagnie multinazionali.
3.  I servizi preventivi, quei pochi che erano rimasti in capo al NHS (come il controllo delle malattie infettive e gli screening) vengono interamente trasferiti alle municipalità.
I Primary Care Trusts (ripetiamo, le nostre ASL) sono sostituiti da consorzi di General Practitioners (GPs, i medici di famiglia), denominati Clinical Commissioning Groups (CCGs).  I CCGs, organizzazioni private a pieno titolo, rappresentano il vero perno del sistema. Saranno complessivamente 211 in tutta l’Inghilterra e saranno i destinatari di 65 miliardi di sterline di fondi pubblici (quasi il 70% dei 95 miliardi di sterline dell’intero budget sanitario nazionale).
I consorzi dei medici di famiglia useranno i finanziamenti pubblici per stabilire contratti con fornitori di prestazioni sanitarie fruibili dai loro assistiti: ricoveri ospedalieri, esami diagnostici, visite specialistiche, assistenza domiciliare, etc . Fornitori pubblici e privati in competizione tra loro.

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