WASHINGTON – In un messaggio ai media si è presentata come «Diana la cacciatrice». E ha rivendicato l’uccisione di due autisti di bus a Ciudad Juarez, Messico, città insanguinata da violenza e narcos. «Io stessa e altre donne abbiamo sofferto in silenzio, ma ora non posso più rimanere inerte», ha scritto in una email sostenendo di essere rimasta vittima di uno stupro da parte di un autista. Aggressioni, ha aggiunto, che hanno colpito molte altre ragazze che fanno il turno di notte nelle fabbriche lungo la frontiera…. continua a leggere l’articolo su corriere.it
 
 

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