Coperte termiche adagiate tra fogliame e cespugli e sacche per la flebo legate al tronco degli alberi, perché “è il modo più pratico” per collegarle ai profughi quando ne hanno bisogno. E poi bare bianche di bambini accompagnate al cimitero musulmano, oppure piedi dalle piante bruciate a causa del freddo e dell’umidità, e militari accanto alla barriera di separazione innalzata per bloccare i migranti. Questo raccontano gli scatti della mostra “Repingere è illegale. Aiutare è legale”, da ieri a venerdì al Parlamento europeo di Bruxelles. Ad organizzarla è l’eurodeputata polacca Janina Ochojska, che così porta nel cuore delle istituzioni europee il dramma dei migliaia di mediorientali, africani e asiatici che cercano di raggiungere l’Europa passando dalla Bioelorussia.
Qui dall’estate 2021, le persone si sono nascoste tra i boschi di Bialowieza, dove passa il confine, anche di notte e con la neve, per sfuggire agli agenti dei due Paesi accusati di respingere sistematicamente le persone da un lato o dall’altro, rifiutando richieste di asilo anche a donne, bambini, anziani o malati provenienti da paesi colpiti da conflitti come l’Afghanistan, lo Yemen, la Siria, l’Iraq, la Repubblica democratica del Congo o l’Etiopia. Lo scorso dicembre, in un report, la polizia polacca ha ammesso di aver riportato al confine i profughi 50mila volte. Autori delle immagini – che rendono conto del fenomeno solo sul lato polacco del confine – sono la fotoreporter di Gazeta Wyborcza, Agnieszka Sadowska, e il fotografo e volontario dell’ong ‘Kik’ Wojtek Radwanski, entrambi testimoni delle sofferenze dei profughi ma anche delle difficoltà delle organizzazioni umanitarie a raggiungere le persone, criminalizzate dalle politiche del governo.
La testimonianza- “Queste immagini non mi fanno soffrire, sicuramente rendono conto dell’enorme lavoro dei volontari” racconta alla Dire Mohammad, rifugiato siriano che nell’inverno 2022 ha trascorso oltre un mese nella foresta e chiede di non rivelare il cognome per non mettere in pericolo la famiglia nel suo Paese. “Chi decide che i respingimenti sono legali- aggiunge- non cambierà idea davanti a queste foto, che sono rivolte all’opinione pubblica, la sola a poter fare pressioni sui politici”. “Quando sono cominciati ad arrivare i profughi ho lasciato il mio lavoro per dedicarmi a loro” riferisce Kasia Poskrobko, volontaria nell’osepdale di Hajnòwka, cittadina non lontana dal confine. “Guardo queste immagini mi viene da piangere-dice ancora-, un lusso che non posso permettermi quando i migranti mi raccontano le loro storie, perché dobbiamo essere forti per loro“.
L’eurodeputata Ochojska accusa l’Ue e il governo polacco di consentire i respingimenti, “vietati sulla carta ma realizzati nei fatti. Stiamo diventando una fortezza, e la politica- osserva- sembra non voglia trovare alternative”. E a chi sui media polacchi e in modo particolare a quelli più vicini al governo la accusa in queste ore di sostenere indirettamente la Russia, quest’ultima ritenuta responsabile di aver facilitato di proposito l’afflusso di migranti verso il confine polacco insieme alla Bielorussia per destabilizzare il Paese, l’eurodeputata risponde: “È innegabile che Mosca ha aiutato la Bielorussia a innescare qiesta crisi ma ora è più impegnata a pensare alla guerra in Ucraina. D’altro canto però, la rotta è stata aperta, e chi deve disperatamente lasciare il proprio Paese continuerà ad usarla. Sta all’Ue aiutare queste persone”, conclude.
da “Agenzia DIRE”

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