Sradicati da case e affetti, lontani dalla patria, naufraghi in luoghi nuovi in cui portano poche cose, quelle necessarie a intraprendere una nuova esistenza mentre la guerra devasta la propria terra. Da oltre un mese ormai la narrazione sull’invasione dell’Ucraina è uno stillicidio quotidiano di notizie angosciose: da un lato la barbarie bellica, dall’altra la diaspora della gente ucraina. A Portici molte famiglie hanno deciso di accogliere nelle proprie case profughi provenienti dalla nazione invasa; c’è chi aveva già un legame col nostro Paese, chi si è letteralmente aggrappato ai convogli umanitari gestiti da enti benefici e ong per giungere in qualsiasi approdo sicuro, tra cui l’Italia e le sue famiglie. Antonella Renzullo, presidente di Tells Italy Portici e componente del Comitato Beni pubblici nella città vesuviana, è tra quanti hanno deciso di accogliere una famiglia ucraina: un papà, una mamma e tre bambini in età scolare, sfuggiti dall’hinterland di Leopoli e arrivati nel Vesuviano con poche selettive conoscenze del Paese e della sua lingua. Proprio la scarsa conoscenza dell’italiano dei suoi ‘ospiti’ è stata, per Antonella Renzullo, la scintilla: «Per i bambini, soprattutto per quelli con meno di sette anni che non hanno ancora avuto approcci con il loro alfabeto, l’inclusione nelle classi e i primi contatti con la nostra lingua e il nostro alfabeto sono stati abbastanza semplici. Ma poi ci siamo posti il problema degli adulti, di chi conosce solo il proprio alfabeto, della necessità per chi arriva dal nulla in nuovo Paese di capirne l’idioma».

E’ bastato suggerire l’idea a padre Giorgio Pisano, parroco presso il sacro Cuore di Gesù di Portici, e spiegare l’idea ai parrocchiani per dare vita all’iniziativa: un corso di italiano gratuito destinato a stranieri, in primis a cittadini provenienti dall’Ucraina. Grazia all’impegno di Antonella Renzullo, di don Giorgio e di Antonio Capece della Rete associativa che fa capo a Villa Fernandes, e grazie al passaparola tra famiglie che accolgono profughi il corso è divenuto presto realtà.

«La prima lezione aveva già 14 studenti – racconta Antonella Renzullo – dei quali 11 ucraini. Alla successiva lezione, si sono aggiunti altre 4 persone provenienti dall’Ucraina». Media d’età quarant’anni, di diversa estrazione sociale: tra i nuovo esuli ci sono imprenditori, costruttori edili, negozianti, persone che hanno dovuto chiudere tutto, scappare e lasciarsi alle spalle la loro vita sperando in un ritorno alla normalità più semplice e rapido possibile. Nel frattempo, chi è approdato a Portici può frequentare ogni giovedì il proprio corso base di lingua italiana, gestito da un esponente della Comunità di Sant’Egidio che ben volentieri ha aderito all’iniziativa. Le iscrizioni alle lezioni che si svolgono presso Villa Fernandes sono sempre aperte; nella stessa struttura è presente anche uno sportello per aiutare gli esuli a orientarsi nel labirinto della nostra burocrazia. Tutti servizi gratuiti.

«Il corso di italiano – spiega Renzullo – è aperto a persone di tutte le nazionalità anche per favorire lo scambio culturale. Tutto ruota intorno all’accoglienza e alla solidarietà, valori che noi italiani sembriamo aver riscoperto grazie all’impatto scioccante che ha avuto su ognuno di noi questa guerra».

Un impatto capace di creare un varco nel muro di diffidenza per integrare e accogliere un popolo in fuga dalla propria stessa vita.

di Bianca Bianco

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