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Il 10 marzo? Una data da ricordare: 77 anni fa le donne italiane votarono per la prima volta

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Il 10 marzo 1946 le donne italiane votarono per la prima volta in occasione delle elezioni amministrative, che elessero democraticamente 436 Sindaci, dopo il ventennio fascista. A quelle prime elezioni furono elette circa 2.000 donne. Al referendum del 2 giugno dello stesso anno, tra Monarchia e Repubblica, le donne votarono con un’affluenza altissima: l’82% e, tra i 556 deputati dell’Assemblea costituente, contribuirono ad eleggere 21 donne. Quelle donne fiere di partecipare alle scelte politiche del Paese nel momento della nascita di una nuova società democratica, che fecero fronte comune sui temi dell’emancipazione femminile, si batterono per i diritti delle cittadine italiane e, con le loro capacità ed il loro impegno, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative. Con la loro intensa passione politica e la loro tenacia, superarono i tanti ostacoli che rendevano difficile la partecipazione delle donne alla vita politica. Dalla conquista del diritto di voto, si passò alle politiche per le donne e le politiche di genere, un percorso ancora non completamente compiuto se oggi l’Italia si trova al 63esimo posto su 146 paesi secondo la classifica 2022 del Global Gender Gap Index sulla parità di genere. L’Italia occupa la stessa posizione del 2021 e in Europa è 25esima su 35 Paesi.
A segnalare l’importante data è l’Auser nazionale che, con un comunicato stampa, spiega che «Il “problema delle donne” nel nostro paese non è tanto o soprattutto di leggi mancanti o carenti, quanto piuttosto di mentalità e di cultura. Oggi possiamo votare, ci sono riconosciuti i diritti umani al pari degli uomini, abbiamo convenzioni importanti che ci tutelano, godiamo di maggiori libertà, ma dobbiamo calare quanto raggiunto sulla carta nella vita reale, nei linguaggi, nei pensieri e nelle azioni».
Le donne dell’Osservatorio Pari Opportunità e Politiche di Genere Auser sono impegnate, in rete con il sindacato, le associazioni femminili, femministe e le istituzioni, a cambiare linguaggi ed azioni, per diffondere una cultura della non violenza e del rispetto reciproco, dando un contributo importante alla battaglia per i diritti e le condizioni di vita delle donne, valorizzando il ruolo delle donne mature ed anziane e contrastando discriminazioni, stereotipi e tabù culturali. Faticoso e difficile, ma non impossibile.

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