MILANO. “Quanto piu’ un’attivita’ e’ gratuita tanto piu’ e’ il suo effetto positivo”. A dirlo e’ una ricerca dell’universita’ di Milano Bicocca condotta da Luca Stanca che si propone di misurare il valore della gratuita’, che a molti tutt’oggi parrebbe incommensurabile. E invece no. Lo studio e’ basato su indici di “life satisfaction” che sono stati registrati in diverse citta’ del mondo. Per quanto riguarda il volontariato, e’ la solidarieta’ pura a creare maggiore soddisfazione con un indice di 1,78, mentre le azioni fatte per conto delle comunita’ religiose segue con 1,14, mentre per chi si dedica alla politica l’indice scende a 0,14. Partendo da un indice di soddisfazione medio, la popolazione di tutto il mondo che possiede un ruolo nel terzo settore si sente molto piu’ felice e appagato rispetto a tutti quanti gli altri, raggiungendo un indice di 1,17 punti. Non ci si credera’, ma quest’ultimo e’ persino piu’ felice di chi consegue un aumento dello stipendio di 8mila euro l’anno (per lui l’indice di soddisfazione stimato e’ di 1,15). La disoccupazione, invece, genera un indice particolarmente negativo: con -3,94 e’ il fattore che crea maggiore infelicita’. La ricerca di Stanca, tuttavia, metterebbe in luce un grosso errore commesso da gran parte delle teorie economiche: “Cioe’ che la solidarieta’ valga zero perche’ non esiste un prezzo di mercato – spiega Stanca – invece una societa’ con molta attenzione verso gli altri e’ piu’ giusta ed efficiente; ed e’ di questo che dovrebbe occuparsi l’economia, il cui fine ultimo e’ rendere non piu’ ricchi ma piu’ felici”. Attualmente, il dato e’ gia’ dimostrato dal fatto che nelle grandi citta’, le piu’ ricche come Milano e Roma, le reti di amicizia, di volontariato sono piu’ fragili che nel resto del Paese.

di Mirella D’Ambrosio

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