Marichia Simcik Arese e il gruppo di Refugee ScArt NAPOLI- Ci sarà domani presso la scuola “Dalla Parte dei Bambini”,  la presentazione del progetto umanitario  “Refugee scArt” a cura di Rachele Furfaro e Marichia Simcik Arese. L’iniziativa patrocinata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, UNHCR (Ufficio Sud Europa) si occupa di sostenere i rifugiati arrivati in Italia alla ricerca di protezione. L’ iniziativa è nata la scorsa estate a Roma da un’idea di Marichia Simcik Arese Presidente della Spiral Foundation Onlus, organizzazione non-profit che lavora anche in Nepal e Vietnam, per promuovere progetti umanitari che mirano a supportare comunità svantaggiate, donne, giovani, bambini e minoranze etniche in difficoltà. Così in un laboratorio della capitale  dodici rifugiati, diventati ormai artigiani esperti, producono teli artistici trasformati poi in oggetti di ogni genere fatti con materiale di scarto.
PER L’AMBIENTE- Gli oggetti artigianali di Refugee scArt vogliono contribuire al bene comune, ripulendo l’ambiente e utilizzando rifiuti per trasformarli in doni preziosi. In meno di due anni, infatti, il progetto ha riciclato circa cinque tonnellate di plastica e, nel contempo, il rifugiato viene messo nella condizione di essere una risorsa positiva contribuendo alla tutela dell’ambiente, attraverso il riciclo di materiali di scarto. In questo modo i rifugiati, nell’attesa di ottenere la documentazione necessaria per inserirsi nel mondo del lavoro, generano anche un micro-reddito perché il ricavato della vendita (100%) ritorna interamente a loro stessi e al loro “fare impresa”.
I COMMENTI- «Rachele Furfaro ha accolto con grande entusiasmo il progetto – afferma Marichia Simcik Arese – Sono molto contenta che l’iniziativa arrivi a Napoli e sia ospitata da una scuola fortemente sensibile alle tematiche ambientali e, soprattutto, dei diritti umani, dell’uguaglianza e dell’identità individuale. Credo che sia un modo estremamente intelligente di “fare scuola”- conclude- offrendo esempi tangibili ai bambini e facendo partecipare le famiglie nella consapevolezza che occorre fin dai primi anni di età, gettare le basi per costruire una cultura “verde” della sostenibilità e per formare a una cultura dell’integrazione e dell’accoglienza»

di Sabrina Rufolo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui