di Emiliano Moccia
FOGGIA. Un’omelia trasmessa in diretta radio che ha dato fastidio al Governo del Ciad. Parole scomode, dall’amaro sapore della verità, che gli sono costate un decreto di espulsione. Ed anche se per tutti Monsignor Michele Russo è conosciuto come un uomo di pace e di dialogo, il missionario comboniano originario di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, ha una settimana di tempo per lasciare il Paese africano. L’Alto consiglio per la comunicazione ciadiano, infatti, ha reso nota la decisone dell’espulsione spiegando che monsignor Russo è stato «dedito ad attività incompatibili con il suo ruolo». E nel trasmettere l’omelia, il vescovo ha «chiaramente attentato all’ordine pubblico prestabilito». Una decisione che sta creando una forte apprensione in tutta la comunità sangiovannese, dove il vescovo è molto conosciuto ed apprezzato per il suo impegno in favore dei popoli africani e dei poveri.
L’ACCUSA. Monsignor Russo ha 67 anni è da 36 è missionario in Ciad. Da 23 anni, invece, è vescovo di Doba e pertanto conosce molto bene la realtà in cui opera e le dinamiche sociali, economiche e politiche. Per questo, lo scorso 30 settembre nel corso dell’omelia trasmessa in diretta dalla radio da “La voce del contadino” in occasione della festa patronale, non ha lesinato critiche verso il Governo del Ciad sulla gestione dei proventi del petrolio, denunciando un’iniqua distribuzione e il fatto che la popolazione locale non goda dello sfruttamento del petrolio e viva in povertà.
 
UNA COMUNITÀ IN ANSIA.  A San Giovanni Rotondo, intanto, sale l’angoscia della popolazione ancora in attesa di ricevere informazioni rassicuranti sulle condizioni di salute del missionario comboniano. Le uniche informazioni arrivano dal sindaco del paesino garganico, Luigi Pompilio, che ha preso contatti con la Farnesina per conoscere gli sviluppi della situazione. «Monsignor Russo si trova in un luogo sicuro, sta bene ed ha già rassicurato la sua famiglia sulle sue condizioni». Tuttavia, questa vicenda «ci lascia alquanto sconcertati. E’ assurdo – dice il sindaco Pompilio – che una persona del suo carisma, da ben 23 anni al servizio delle popolazioni povere di quel pezzo d’Africa, debba subire un trattamento del genere per il solo fatto di aver raccontato la verità sugli interessi che gravano attorno all’estrazione del petrolio in Ciad. Siamo vicini al nostro concittadino e auspichiamo che si giunga rapidamente ad un epilogo positivo della vicenda»
 
 

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