di Davide Domella
ROMA –  Sono 35 i Paesi con economie sviluppate nel mondo e proprio questi, si contano più di  30 milioni i minorenni che vivono in stato di  povertà.  Lo rivela il rapporto Unicef  “Misurare la povertà tra bambini e adolescenti”. Il rapporto, realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef, esamina la povertà e la deprivazione materiale infantile in tutto il mondo industrializzato, presentando classifiche di paesi e analisi comparate. Questo confronto internazionale dimostra che la povertà infantile in questi paesi non è inevitabile, ma è legata alle scelte politiche; inoltre, alcuni paesi stanno facendo meglio di altri per proteggere i bambini più vulnerabili.
L’ANALISI. Il Report esamina la povertà e la deprivazione materiale infantile in due modi completamente diversi. L’analisi su questi due diversi tipi di povertà infantile è scaturita dall’elaborazione dei dati più recenti e disponibili sulla povertà e sulla deprivazione infantile in tutte le economie industriali avanzate del mondo. La prima misura è un Indice di deprivazione dell’infanzia, derivato da un’indagine condotta da European Union’s Statistics on Income and Living Conditions (Eu-Silc) su 29 paesi europei, che include per la prima volta una sezione sui bambini. Per deprivazione materiale si intende la percentuale di bambini e adolescenti che non ha accesso ad alcuni beni, servizi o attività ritenuti “normali” (sono 14 in tutto) nelle società economicamente avanzate, come fare almeno tre pasti al giorno, libri e giochi adatti all’età del bambino, un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti, connessione Internet. I tassi più alti di deprivazione materiale vengono riscontrati in paesi come Romania, Bulgaria e Portogallo (rispettivamente con più del 70%, 50% e 27% dei bambini e adolescenti esclusi), anche se alcuni paesi tra i più ricchi come Francia e Italia hanno tassi di deprivazione superiori al 10%. I paesi nordici hanno il minor tasso di deprivazione tra i minorenni, inferiore al 3%.
La seconda misura esaminata nel rapporto riguarda la povertà relativa, prendendo in esame la percentuale di bambini e adolescenti che vivono al di sotto della “soglia di povertà” nazionale – definita come il 50% del reddito medio disponibile dalle famiglie. I paesi nordici e i Paesi Bassi hanno i tassi più bassi di povertà infantile relativa, intorno al 7%. Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno tassi compresi tra il 10 e il 15 %, mentre oltre il 20% dei bambini in Romania e Stati Uniti vivono in povertà relativa.
IN EUROPA. Particolarmente evidenti, nel Rapporto, sono i confronti tra i paesi con economie simili, che dimostrano come la politica dei governi abbia impatti significativi sulla vita dei bambini e degli adolescenti. Ad esempio, la Danimarca e la Svezia hanno tassi molto più bassi di povertà infantile del Belgio o della Germania, ma tutti e quattro i paesi hanno gli stessi livelli di sviluppo e reddito pro capite. «Nonostante l’Italia sia tra i 15 paesi europei più ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni vive in una condizione di povertà relativa. In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29° su 35. I dati del rapporto mostrano che il 13,3% dei minori vive in una condizione di deprivazione materiale», ha ricordato il presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera. «I dati sottolineano che troppi bambini e adolescenti continuano a non avere accesso a beni o servizi di base necessari al proprio sviluppo in paesi che hanno tutti i mezzi per fornire loro la possibilità di un completo sviluppo e determinazione», ha dichiarato Gordon Alexander, direttore del Centro di Ricerca dell’Unicef. «Il rapporto ha anche mostrato che altri paesi hanno lavorato bene – visto che ci riferiamo in gran parte a dati pre crisi – grazie ai sistemi di protezione sociale. Il rischio è che con la crisi attuale, le conseguenze di decisioni sbagliate saranno visibili solo tra molto tempo».
L’APPELLO DEL PRIMO MINISTRO. «Proteggere l’infanzia dalla povertà è un dovere morale che dovrebbe essere fra le priorità di ogni governo perché i bambini e gli adolescenti di oggi saranno i cittadini di domani. Compromettere il loro avvenire vuol dire minare le basi e il futuro della nostra società». Lo dice il presidente del Consiglio Mario Monti in un messaggio inviato in occasione della presentazione del rapporto. «Soprattutto nella fase attuale, nella quale l’agenda politica di chi governa deve conciliare rigore, crescita ed equità, deve essere ben chiaro che una strategia di sviluppo efficace deve necessariamente includere la protezione dei minori dalla povertà», aggiunge il presidente del Consiglio sottolineando che «questo governo ne è pienamente consapevole, in questi mesi ha varato una serie di provvedimenti per combattere il disagio e l’esclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione».
PER SAPERNE DI PIU’
Il Report
 

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