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Il tema da svolgere in classe diventa un’azione concreta. Ecco come dei bambini aiutano una loro compagna in difficoltà

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NAPOLI- «Quella che vi propongo oggi è una sfida davvero importante,  perché vi verrà affidata una situazione di vita reale che dovrete risolvere». Comincia così il test che una maestra del Primo Circolo Didattico di Giugliano in Campania ha proposto ai suoi alunni di seconda elementare. E la soluzione è di quelle che stupiscono, come solo i bambini sanno fare. Tra tutti i problemi proposti, assistere anziani di una casa di riposo o il sindaco della città che non riesce a ripulire i giardinetti e aiutare un compagno di classe a memorizzare le tabelline, hanno scelto la sfida più difficile da vincere: dare una mano a chi ne ha più bisogno, ma non conosce le parole giuste per chiederlo. La maestra Emanuela Pianese, autrice del test da cui tutto è partito, giura di non aver potuto far nulla per fermare l’entusiasmo dei suoi bambini. «Dopo venti minuti di riunione, sono venuti da me, con la voglia di stravolgere il compito: aiutare una loro compagna di scuola e la sua famiglia in gravi difficoltà economiche».  E così si sono armati di grembiule e buona volontà e hanno deciso di trasformare il test in un’occasione concreta: con le loro paghette e l’aiuto di qualche mamma, hanno comprato e distribuito pane, olio e succhi di frutta a tutta la scuola. La cifra simbolica chiesta alle persone che hanno incontrato lungo i corridoi è stata di un euro. E queste piccole mani capaci però di grandi gesti, sono riuscite a raccoglierne ben 973. Di aula in aula tutti hanno contribuito, lasciando che gli adulti guardassero, stupiti, la forza di questi bimbi. «Loro hanno preparato il pane con l’olio, loro hanno portato in giro la merenda, loro hanno fatto i conti, noi davvero non abbiamo dovuto far nulla. Quello che ho imparato- racconta la loro maestra- è che quando noi adulti facciamo un passo indietro, i bambini fanno un passo avanti, si sentono responsabilizzati». Il papà della loro compagna di scuola ha chiesto di incontrare questi piccoli supereroi contemporanei, per ringraziarli. «Queste attività sono il modo migliore per farli crescere – spiega la preside Olimpia Finizio- perché si sconfiggono tante altre situazioni come i fenomeni di bullismo. Se si educa all’amore, al rispetto e all’aiuto degli altri, si abbattono tante barriere. Abbiamo tanti motivi per essere fieri dei nostri ragazzi. Jonh Dewey, un noto pedagogista, sosteneva che la scuola deve essere ambiente di vita, seppur semplificata. E sono d’accordo, è quello che cerchiamo di fare da un po’ di tempo. Quello che facciamo per questa famiglia è poco- continua la dirigente-, ma magari un granello di sabbia può contribuire a formare una grande spiaggia».

di Clara Marino

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