IL CANDIDATO – Giulia Sarti, 26 anni, nata e residente a Rimini, laureata in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Candidata per la Camera dei Deputati con il Movimento cinque Stelle, capolista nella circoscrizione Emilia-Romagna.
Politiche sociali in Italia per lei vuol dire? Nessuno, per noi, deve rimanere indietro; le nostre proposte sono state costruite con l’auspicio della più alta equità sociale possibile. Un esempio è l’istituzione del reddito di cittadinanza, strumento di sostegno alle fasce più deboli, incentivo al mantenimento della dignità e al reinserimento nel mondo del lavoro.  Quante volte ricorre la parola sociale nel programma del suo partito? La forza e l’incidenza di un programma orientato al sociale non si misura statisticamente nel numero di occorrenze del termine ma nella qualità delle proposte e nella capacità di dotarsi degli strumenti per organizzarle. Ha mai militato in un’organizzazione di Terzo Settore? No. Infrastrutturazione sociale tra pubblico e privato, oppure socio-assistenzialismo statale? Le scelte politiche attuali sembrano volersi orientare verso il modello statunitense. Troviamo sicuramente più opportuno tutelare i diritti conquistati in decenni di lotte sociali ispirandosi al modello Scandinavo, in particolare quello svedese. Fondazioni bancarie, risorsa del Paese o centri di potere economico? Centri di potere economico le cui risorse finanziarie potrebbero venir utilizzate in maniera più sociale dato che la loro politica è, comunque, attualmente orientata ad un’economia finanziaria mentre noi riteniamo che il sistema bancario dovrebbe tornare ad essere il polmone dell’economia reale. Oltre il suo partito quale crede sia un’altra forza politica capace di interpretare le esigenze del Terzo Settore? Non si può rispondere univocamente a questa domanda in quanto il problema, in generale, non è il contenuto dei diversi programmi,sulla carta tutti tendenzialmente interessati al Terzo Settore, quanto piuttosto la concreta possibilità e libertà di realizzarli: gli attuali partiti hanno storicamente contratto vincoli e debiti con vari centri di potere che limitano la loro capacità di realizzare quanto dicono in campagna elettorale. Riforme, crede che vadano aggiornate le leggi che regolano lo storico apparato del welfare italiano? Si, vanno apportate sicuramente delle modifiche per riattualizzare un modello ormai non più sostenibile, ottimizzando le spese e limitando il più possibile gli evidenti sprechi ad esempio la cumulabilità dei vitalizi, che sussiste in quanto l’abrogazione del vitalizio per i parlamentari non è retroattiva. Come si pone rispetto ai tagli operati al Welfare durante il mandato del Governo Monti? Non condivido i tagli operati dal Governo Monti in quanto si poteva incidere sugli sprechi tutelando maggiormente i servizi alla persona. Cittadinanza attiva, con il Movimento Cinque Stelle vorrà dire? Cittadinanza attiva è ciò che siamo nonostante il nostro impegno politico. Con noi nelle istituzioni quindi la Cittadinanza attiva avrà di nuovo un riferimento costante dentro il parlamento per garantire partecipazione, trasparenza e controllo. Il ruolo del volontariato e del Terzo Settore nel nuovo Governo, quali saranno gli spazi e le opportunità per questi due mondi? Abbiamo sempre sostenuto la nostra estraneità ad alleanze partitiche in nome dell’interesse singolare e non collettivo, preferendo interfacciarci con i comitati e le associazioni di volontariato. Contiamo di riprodurre questo schema a livello nazionale, come già avviene dove siam presenti nelle istituzioni regionali e comunali, anche nei confronti del volontariato e del Terzo Settore. Ambiente, cooperazione internazionale, diversamente abili, legalità, migranti, minori a rischio, protezione civile, violenza sulle donne. L’elenco è in ordine alfabetico, le chiediamo di riposizionarli secondo le priorità che ritiene opportune. Non è ammissibile stilare una scala di priorità su temi così importanti, si compenetrano gli uni con gli altri e vertono su diritti fondamentali espressi dalla nostra Carta Costituzionale. Sarà quindi necessario ripartire equamente le risorse a disposizione, tenendo alta l’attenzione delle istituzioni su tutti questi ambiti.                                                            di Luca Mattiucci
 
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