È passato un anno da quando è iniziato il conflitto nei territori palestinesi e israeliani e, dopo dodici mesi, la situazione non sembra migliorare. Al contrario, recentemente si assiste all’escalation degli scontri, che sono arrivati fino al sud del Libano e alla capitale Beirut. Una guerra in cui tutti, in particolare bambini e donne, stanno perdendo le loro case, le loro identità, i loro affetti, la loro vita.

Dopo 365 giorni sono circa 2 milioni i palestinesi sfollati e il 63% delle infrastrutture distrutte o danneggiate. Orfanotrofi, ospedali pediatrici, case e scuole sono stati ridotti in macerie, provocando una drammatica crisi umanitaria. Le vittime tra la popolazione gazawi sono superiori a 40.000. Sono più di 1.500 invece i morti israeliani e ancora 101 gli ostaggi in mano ad Hamas. 

“Bisogna intervenire subito. Chiediamo al Governo italiano e ai governanti di tutta Europa di operare la pace e di porre fine alla strage di innocenti che prosegue incessantemente nell’area del conflitto e ora anche in Libano. Qui infatti il 23 Settembre oltre 300 attacchi aerei hanno colpito diverse parti del Paese in poche ore, provocando la morte di almeno 558 persone, tra cui 50 bambini e 84 donne, e il ferimento di altre 1.645 persone”. È questo l’appello di SOS Villaggi dei Bambini in occasione della ricorrenza dello scoppio del conflitto.

Tutta la mia vita è cambiata. È diventata paura, ansia, tensione, tristezza e miseria. La mia principale preoccupazione è come proteggere le mie sorelle, i miei fratelli e non essere esposti alla morte“: queste le parole di Rawan, una ragazza di 18 anni che vive all’interno dell’accampamento che SOS Villaggi dei Bambini ha allestito a Gaza. Riflettendo su un anno di guerra, Rawan sente che il suo benessere psicologico è messo a rischio.

In Libano, Yara desidera tornare alla normalità e dai suoi amici: “Abbiamo sentito suoni spaventosi come bombardamenti e ricevuto notizie terribili. Tutti intorno a noi erano spaventati. Siamo stati anche trasferiti dal nostro Villaggio SOS, questo ci ha fatto capire come si sentono gli altri bambini sfollati”.

Yara avrebbe potuto rinunciare alla speranza, ma ha scelto di non farlo: “Sogno di diventare avvocato”, dice. “Voglio difendere i diritti di ogni persona che ne è stata privata o che ha subito ingiustizie. Spero che la pace ritorni presto in Libano per riprenderci il nostro futuro. Auguro anche a tutti di rimanere al sicuro e felici.

Solo con un cessate il fuoco permanente sarà possibile raggiungere in piena sicurezza i civili colpiti, assicurando beni e servizi essenziali e interventi salvavita in un’azione umanitaria coordinata e di larga scala, necessaria per rispondere in modo adeguato alla gravità dei bisogni della popolazione.

“Stiamo assistendo a morti, distruzioni e conseguenze inimmaginabili nella Striscia di Gaza. Migliaia di civili di ambo le parti vengono quotidianamente uccisi, feriti, terrorizzati, sfollati e decine sono ancora tenuti in ostaggio, compresi bambini e persone anziane. Chiediamo che venga rispettato il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile tutta. Di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti il mondo non può più aspettare ad agire. È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia. È necessario un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti e prendersi cura di chi è sopravvissuto”.

SOS Villaggi dei Bambini si impegna affinché i bambini e i ragazzi che non possono beneficiare di adeguate cure genitoriali crescano in una situazione di parità con i propri coetanei, realizzando appieno il proprio potenziale e la possibilità di vivere una vita indipendente. È presente in Italia da oltre 60 anni e oggi opera attraverso 8 Programmi e Villaggi SOS, a Trento, Ostuni, Vicenza, Saronno, Mantova, Torino, Crotone e Milano. SOS Villaggi dei Bambini si prende cura di oltre 2.600 persone, tra bambini, ragazzi e famiglie che vivono gravi situazioni di disagio, e sostiene i diritti di oltre 47.000 bambini e giovani, protagonisti delle sue attività di Advocacy. È parte del network SOS Children’s Villages, presente in 136 tra Paesi e territori dove aiuta circa 3 milioni di persone, e del quale ospita e gestisce a livello internazionale il Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale.

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