ROMA – Ci sono stati gli scontri, c’è stata tensione. Ma c’è stato anche chi ha detto no. Sono le 19.00 quando a Porta Pia una manciata di manifestanti comincia a lanciare bottiglie contro le forze dell’ordine schierate davanti ai blindati. Uno di loro è rimasto indietro. E’ alto, vestito di nero con un passamontagna di finta lana tagliato all’altezza degli occhi. Fa per correre verso i suoi compagni, per raggiungere la ressa. “Fermatelo! Fermati!” Giulia, una ragazza minuta che tiene per mano il suo fidanzato, non si spaventa e lo afferra per una manica.
Il ragazzo incappucciato si gira, tentenna per un secondo. Gli sembra impossibile che qualcuno che sta manifestando come lui, in quella stessa piazza, lo voglia bloccare. “Così rovini tutto! – urla Giulia – Togliti il cappuccio vigliacco! Fatti vedere in faccia!”. Ma l’esitazione e lo scambio di sguardi durano poco. Il ragazzo corre via e Giulia rimane lì, a parlare tra la rabbia e la delusione: “Sono loro, i violenti, quelli che rovinano ogni volta tutti i nostri sforzi”. Intanto, una voce all’altoparlante grida: “State uniti! Non cediamo alle provocazioni!”
Il corteo di Roma, oggi, è stato anche questo: il tentativo di non degenerare, l’espressione di rabbia e dissenso senza distruzione. Come quando, intorno al ministero dell’Economia, proprio mentre i black bloc si scontrano con la polizia, poco più in là un gruppo di manifestanti unisce le mani, formando una catena. I volti sono scoperti, un uomo alto dirige i movimenti: “State morbidi, state morbidi – ripete – Non siamo qui per far del male alle persone, semmai per proteggerle”.
O come le tante mamme con i bambini che sfilavano, nel primo pomeriggio, sotto il sole davanti la Basilica di San Giovanni. “Vogliamo una casa” ripetevano. O come Anna venuta dalla Val di Susa perché quella galleria che sventra le sue montagne proprio non la vuole: “Io vorrei solo manifestare pacificamente – racconta – Sono venuta qui per difendere la mia terra. Spero solo che, per colpa dei soliti infiltrati, non si ripeta quello che è successo un anno fa”. Anche questo è stato il corteo di Roma, oggi.
di Alice Martinelli