La città che esalta la solidarietà come valore minimo della convivenza tra i suoi abitanti si prepara ad accogliere, nel 2024, la sua prima Biennale della Prossimità. Sarà Napoli, infatti, dopo Brescia nel 2022, a ospitare la manifestazione che esalta questo valore che, tradotto, rappresenta la capacità delle persone e delle organizzazioni di confrontarsi e quindi di operare insieme agendo in prima persona e in modo concreto «per realizzare un’aspirazione o per rispondere a un bisogno condiviso».

Il 17 maggio si avrà un momento preparatorio verso il 2024, con il meeting tra associazioni per stabilire un cronoprogramma e ribadire i reciproci impegni.
«La Biennale – spiega Pasquale Calemme, presidente della Fondazione San Gennaro – è un evento che mette al centro la prossimità, i legami, il fare ed essere prossimo, la vicinanza in ogni contesto, dall’ambiente alla cittadinanza, con una attenzione particolare alle future generazioni. In questa società liquida e fumosa si assiste a una rarefazione dei legami sociali, familiari e per questo è sempre più impellente l’esigenza di ricordare che gli uomini non sono isole».
Napoli sembra poi la città ideale per dare una casa alla Biennale: «Qui – dice Calemme – siamo abituati alla vicinanza, siamo ‘azzeccati’ anche per una questione urbanistica, conosciamo il buon vicinato, abbiamo una solidarietà tipicamente partenopea e una innata capacità di condivisione. Per questo si parte da Napoli, coinvolgendo il territorio, e lo si fa anche puntando a riappropriarsi di luoghi e realtà che diventeranno scenario della Biennale».

La manifestazione si svolge dal 2015 (allora fu l’anno di Genova) e ogni volta prende forma attraverso un percorso in cui i promotori nazionali, interagendo con un comitato locale, costruiscono insieme per circa un anno e mezzo l’evento, coinvolgendo poi un più ampio numero di organizzazioni che aderiscono alla Biennale portando idee, proposte, risorse, sensibilità e punti di vista specifici, contribuendo così a dare forma all’evento. Sarà così anche per Napoli: «Il prossimo 17 maggio ci incontreremo – spiega Calemme – ma non ci sono schemi da seguire, è un percorso in fieri che si modellerà sulla base dei diversi contributi». La Biennale del 2024 durerà 2 o 3 giorni e, spiegano le associazioni coinvolte sarà «un momento di incontro, di riflessione, di festa, di relazione, costruito attraverso il percorso partecipato». In tale evento ogni due anni persone e organizzazioni si incontrano  per confrontare le proprie esperienze di prossimità e per individuare delle strade con cui diffondere la cultura della prossimità nelle istituzioni, nelle politiche, nelle esperienze produttive, nelle relazioni sociali. È un evento nazionale, che si svolge in contesto locale, valorizzando le specificità di quest’ultimo.

La riunione del 17 maggio si svolgerà alle 12 presso le Officine Gomitoli (Piazza Enrico De Nicola a Napoli) e sarà aperta alle organizzazioni del territorio che saranno coinvolte nella stesura del programma della V edizione della Biennale. «Ne vale la pena – spiegano i promotori dlel’iniziativa – perché la prossimità è rimanere umani, è una risorsa a cui le nostre comunità non possono rinunciare».

di Bianca Bianco

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