di Giuliana Covella

L’Italia, in declino demografico da almeno sei anni, nel 2020 registra, per la prima volta da 20 anni, anche il calo più alto della popolazione straniera. In un solo anno il Paese ha perso quasi 200mila abitanti e i residenti stranieri sono diminuiti di 26.422 unità, attestandosi su 5.013.215. Sono i dati emersi dal Dossier Immigrazione 2021 presentato al dipartimento di Scienze Politiche della Federico II di Napoli questa mattina dal Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “San Pio V”. A presiedere l’evento Salvatore Strozza, ordinario di Demografia e coordinatore del Master di II livello in “Gestione delle migrazioni e dei processi di accoglienza e inclusione”, che ha introdotto i saluti istituzionali del direttore del Dipartimento, Vittorio Amato. La presentazione dei dati è stata affidata a Rosa Gatti, redattrice per la Campania del dossier e ad Alessio Buonomo, ricercatore presso il dipartimento di Scienze Politiche e coautore del capitolo regionale insieme a lei. Il dossier analizza in particolare come la vita di autoctoni e immigrati è stata condizionata dal Covid-19 e dalla conseguente crisi sanitaria, sociale, economica e lavorativa. 

I DATI

Il calo dei residenti stranieri è l’esito di diverse voci del bilancio demografico del 2020: iscrizioni all’anagrafe di migranti arrivati direttamente dall’estero, cancellazioni di soggetti che hanno lasciato l’Italia per l’estero, cancellazioni effettuate d’ufficio per irreperibilità o perdita dei requisiti, acquisizioni di cittadinanza italiana, nascite e decessi registrati nell’anno. A causa delle chiusure dovute alle misure di contenimento della pandemia, le iscrizioni dall’estero (177.304) di residenti stranieri calano di un terzo (-33,0%) rispetto al 2019 e di poco meno (-30,6%) rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Quasi dimezzati anche gli stranieri cancellati per l’estero (29.682): il 48,4% in meno del 2019. La differenza tra stranieri iscritti dall’estero e stranieri cancellati per l’estero (saldo migratorio estero) è quindi positiva (+147.622), ma più bassa di circa 58mila unità rispetto al 2019. 

Guardando alla differenza tra nati e morti, l’Italia registra, anche a causa del Covid, un incremento della mortalità che porta a un saldo naturale della popolazione totale negativo per 342.042 unità: la componente italiana perde, tra nati e morti, 392.108 persone, mentre quella straniera, grazie alle nascite, aumenta di 50.066. Gli stranieri, per la loro più giovane età, hanno patito meno gli effetti letali della pandemia ma, nonostante ciò, la loro mortalità è cresciuta in un anno del 25,5% (1.892 decessi in più del 2019) e registra l’incremento maggiore nel Nord-Ovest (+36,0%), più colpito dalla diffusione del virus. 

Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, Mario Morcone, assessore regionale alla Sicurezza; Francesco Dandolo, delegato del Rettore per le problematiche e le politiche inerenti migranti e rifugiati; Giuseppe Casucci, coordinatore del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL nazionale; Thesie Mueller, rappresentante della Tavola Valdese; Fatou Diako, presidente della Consulta degli Immigrati del Comune di Napoli e Savary Ravendra Jeganesan, consigliere aggiunto neoeletto al Consiglio comunale. E – a chiusura dei lavori – il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

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