“Mascherina”, che hanno chiamato così per la macchia che ha sul volto, è stata la prima a essere adottata. Ma ad attendere di avere una casa ora sono gli altri sei cuccioli di tre mesi salvati dai volontari a ridosso di un’area boschiva di via Bernardo Cavallino. Una brutta storia che – per fortuna – ha avuto un lieto fine, grazie all’Associazione Nazionale Animali Natura Ambiente Fondali Marini Cittadini. I volontari, muniti di equipaggiamento anti Coronavirus, si sono infilati in un foro nel muro per trarre in salvo i cagnolini, che da settimane vivevano in mezzo a immondizia e rovi. I sette cuccioli, due femmine e cinque maschi, sono stati sottratti insieme alla mamma da una morte certa e dal degrado in cui erano abbandonati. Intrappolati da cumuli di rifiuti e sterpaglie i randagi sono stati tirati fuori attraverso un foro che dava sulla strada, dal quale uscivano di tanto in tanto rischiando di essere investiti (con le continue lamentele dei contadini che subivano danni alla terra) dopo una settimana di difficoltà, che ha visto scendere in campo i volontari che non hanno esitato a mettere a rischio la loro incolumità, come racconta il presidente Anpanafmc, Vincenzo Desidery, che ha ricevuto in questi giorni un encomio dalla scuola media statale Tito Livio per aver fornito devices indispensabili per la didattica online: «Li abbiamo salvati insieme a una squadra di due infermiere del Cardarelli. Grande anche l’affetto e il sostegno dei cittadini della zona, che ci hanno supportato nelle operazioni». In attesa delle adozioni per sei cuccioli, mentre mamma Dunia è stata portata in un rifugio sperando di trovarle una famiglia al più presto, ad aver trovato casa è la piccola Mascherina, già diventata la mascotte anti Covid dei volontari e dei suoi nuovi padroni.

di Giuliana Covella