11990363_10153691540011435_1010834680_oNAPOLI – Un tempo, si racconta, era abitata dalle sirene. Oggi la Baia di Ieranto, nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, viene salvaguardata da 8 giovani volontari, in Italia grazie al Servizio Volontario Europeo Erasmus + per Project M.A.R.E. Marine Adventures Respecting Environment è il nome completo del progetto per la tutela della Baia di Ieranto, che dal 2013, prima nell’ambito di Youth in Action, convogliato poi nel 2015 nel più ampio programma Erasmus +, è coordinato dai due biologi Domenico Sgambati e Francesco Maresca, che studiano e lavorano per l’Area Marina Protetta.

LE ATTIVITA’ – «La Baia di Ieranto rientra nella zona B del Parco – spiega Sgambati – Ciò significa che la balneazione è consentita, mentre le immersioni devono essere autorizzate. Ci si può arrivare soltanto via terra, tramite un sentiero da Nerano, o via mare con l’utilizzo di natanti senza motore. Ancoraggio e pesca sono vietati, ma sono in molti a non saperlo».
È qui che entrano in gioco i volontari. Giunti a maggio a Meta di Sorrento, dove resteranno fino al prossimo gennaio 2016, gli otto ragazzi hanno dovuto formarsi per il primo mese di soggiorno, preparandosi per scendere in campo nella tutela della Baia: Carolina, Joaquín, Marion, Kristaps Yanal, Imen, Antonia e Andris, che arrivano dalla Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Lettonia, Giordania, Tunisia e Germania hanno tra i 19 e i 28 anni e tra Nerano, Massa Lubrense e Sorrento hanno imparato l’italiano a scuola e sul campo, a utilizzare la strumentazione per il monitoraggio della Baia e ad andare in kayak.

I DIVIETI – A rotazione ogni settimana i ragazzi si dividono, lavorando alle attività in mare, o nella Baia: ogni giorno c’è chi raggiunge Ieranto per monitorare la spiaggia e il mare, valutando quale sia la qualità dell’acqua, rilevando temperatura e trasparenza e raccogliendo i dati per il Parco. In kayak raggiungono invece l’ingresso della Baia, pagaiando per avvisare i conducenti delle imbarcazioni a motore che non è loro concesso accedere, né fare ancoraggio. «In un turno di due ore in kayak possiamo dare informazioni anche a 10 o 15 imbarcazioni, avvisando che rischiano una multa da parte della Capitaneria di Porto» racconta Antonia, studentessa tedesca in Matematica. «Alcuni sembrano davvero non sapere nulla dei divieti, altri invece tentano di restare, ignorandoci, visto che noi facciamo solo informazione» osserva Joaquín, spagnolo, laureato in Scienze Ambientali.  A terra, a Massa Lubrense, si lavora in ufficio, si elaborano i dati raccolti alla Baia e si preparano le attività di educazione ambientale per i più piccoli, sia per l’estate che per la scuola elementare di Massa, aggiornando con costanza il blog www.marineadventures.org, con le testimonianze dirette dei ragazzi, come spiega Marion.

di Claudia Di Perna

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