ROMA – La povertà colpisce le  famiglie italiane, soprattutto al sud. È peggiorata soprattutto la condizione delle famiglie più numerose: nel 2010 risulta in condizione di povertà relativa il 29,9 per cento di quelle con cinque e più componenti (più sette punti percentuali rispetto al 1997). Lo rileva l’Istat nel Rapporto annuale 2012 sulla situazione del paese. Nelle famiglie con almeno un minore l’incidenza della povertà è del 15,9 per cento. Complessivamente sono un milione 876 mila i minori che vivono in famiglie relativamente povere (il 18,2% del totale), quasi il 70 per cento risiede nel Mezzogiorno. Al sud sono povere 23 famiglie su 100, al nord 4,9 (dati 2010). Il 67% delle famiglie e il 68,2% delle persone povere risiedono nel Mezzogiorno.
DIVARIO NORD-SUD – In presenza di una continua riduzione della propensione al risparmio, negli ultimi quindici anni la povertà relativa ha registrato una sostanziale stabilità. La percentuale di famiglie che si trovano al di sotto della soglia minima di spesa per consumi si è mantenuta intorno al 10-11 per cento. Quello che colpisce è il divario territoriale in Italia, al nord incidenza della povertà è al 4,9 per cento, sale al 23 per cento al Sud. Negli ultimi due decenni la spesa per consumi delle famiglie è cresciuta a ritmi più sostenuti del loro reddito disponibile, determinando una progressiva riduzione della capacità di risparmio. Si spende di più e gli italiani non riescono più a risparmiare. Complessivamente dal 2008 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 2,1% in valori correnti, ma il potere d’acquisto (cioè il reddito in termini reali) è sceso di circa il 5%. Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita di quattro decimi di punto l’anno. 

FIGLI E FAMIGLIA –  C’è poi una geografia della fecondità tra nord e sud. In Italia continuano a nascere pochi bambini e sono soprattutto le donne straniere a segnare un trend positivo. Nel 2011 sono nati 556mila bambini, circa 21mila in meno rispetto al 2008. Il numero medio di figli per donna (1,42) deriva da valori pari a 2,07 per le residenti straniere e a 1,33 per le italiane. Ma quali sono le regioni con un tasso di maternità più alto? Secondo l’Istat nel 2011 si fanno più  figli al nord (1,48 figli per donna) e al Centro (1,38 figli per donna): in queste regioni la presenza di stranieri è più elevata. Nel sud, si stimano solo 1,35 figli per donna. E quando fanno i figli, cosa accade al lavoro? A due anni dalla nascita di un figlio, 1 donna su 4 occupata non ha più lavoro, ma grazie al part time negli ultimi 18 anni risultano più donne impiegate.

di Luisa Corso

PER SAPERNE DI PIU’
Il sito dell’Istat 

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