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Incarico a Enrico Letta:« Ora un governo di servizio al Paese»

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enrico_lettaROMA- È arrivato al Quirinale intorno alle 12.30 Enrico Letta. Il vicesegretario del Pd ha accettato l’incarico di presidente del Consiglio dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il neoincaricato premier era arrivato al Colle da solo, guidando la sua monovolume, una Fiat Ulysse. La notizia dell’incarico è stata accolta con favore da Pierluigi Bersani («Bene, benissimo», ha detto il segretario uscente del Pd) e da Matteo Renzi («In bocca al lupo e un forte abbraccio», ha scritto il sindaco di Firenze sul suo account Twitter). E «assolutamente soddisfatto» si è detto anche Giuliano Amato, l’altro nome «forte» che era girato nei giorni scorsi come possibile candidato alla presidenza del Consiglio.
«NO A GOVERNICCHI BALNEARI» – Dal Pdl è arrivato invece un avvertimento: «È bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini», ha commentato Angelino Alfano. «Non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile». «Se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo». Per l’esponente pdl «è desolante la lettura, sui giornali di questa mattina, delle dichiarazioni di numerosissimi esponenti del Partito democratico. Un florilegio di attacchi al Popolo della Libertà, al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie». Intanto il Movimento 5 Stelle ha comunicato che si presenterà all’opposizione del governo nascente.
I CONSENSI – È arrivato intanto l’endorsment a Letta di Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl: «Noi avevamo indicato sia Giuliano Amato che Enrico Letta». Così come Andrea Olivero, di Scelta civica: «Napolitano vuole una figura che sia esperta, ed Enrico Letta lo è, e che possa imprimere un’accelerazione nel senso del cambiamento»
IL PD – In mattinata il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza aveva messo in guardia i suoi: «Il voto di fiducia non è un voto di coscienza, ma un voto che determina l’appartenenza al partito». «I passaggi drammatici degli ultimi giorni – ha aggiunto – ci impongono un congresso vero di natura rifondativa. Dobbiamo definire con chiarezza quale cultura politica ci guidi, confermando la nostra identità riformista e di governo». «Dopo tutto quello che è accaduto, un grande partito come il nostro deve avere la priorità dell’interesse nazionale. Non stiamo facendo inciuci, ma solo un governo autorevole può affrontare e superare una fase così difficile. Dovremo saperlo spiegare a tutti».
Redazione Online

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