di Antonella Migliaccio
ROMA. Gli immigrati in Italia sono discriminati. A pensarlo è la maggioranza degli stessi italiani che, se da un lato condanna ogni discriminazione, dall’altro, quando si va nel pratico e si parla di accesso a lavoro e alle case popolari, ritiene di avere la precedenza sugli stranieri. È fatta di luce e ombre la fotografia scattata dall’Istat che ha presentato oggi il Primo Rapporto su I migranti visti dai cittadini per il Dipartimento delle Pari Opportunità. Per la maggioranza degli intervistati (60%) la presenza degli stranieri è positiva perché permette un confronto con altre culture. Gli immigrati sono anche necessari all’andamento dell’economia del Paese, perché fanno il lavoro che gli italiani non vogliono fare. Nonostante ciò, per il 65,2% degli intervistati sono troppi e la loro presenza si collega a criminalità e degrado per un italiano su due.
CITTADINANZA – Sul tema della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, il Rapporto registra un’apertura per il 72,1% degli intervistati. Si sale al 91,4% di sì, quando si parla di concedere la cittadinanza agli immigrati residenti regolarmente in Italia, pur dopo un certo numero di anni che va dai 5 ai 10. Cambia la posizione sul diritto di voto agli stranieri, considerato prerogativa degli italiani: si dice contraria la maggioranza degli intervistati (57,4%).
MATRIMONI MISTI – Piacciono i matrimoni misti: li considerano positivamente il 30,4%, purché, però, non sia la propria figlia a sposare un immigrato. In questo caso la situazione cambia e di molto: il 59,2% degli intervistati mostra di non gradire un genero straniero, soprattutto se rom/sinti, i meno amati anche come potenziali vicini di casa (il 68,4% degli italiani non li vorrebbe sullo stesso pianerottolo). La religione non è un ostacolo, ma la moschea vicino casa non la vuole il 40% degli italiani, convinti che possa diventare un problema di ordine pubblico.
PAURA DELLO STRANIERO ? – È al Centro Italia, dove rappresentano il 7,9 della popolazione, che gli stranieri incontrano più tolleranza. Meno nel resto del Paese, dove catalizzano le paure degli abitanti. Mentre al Nord-Est, dove si registra la percentuale più alta di presenza (9,3%) la paura dello straniero si traduce soprattutto in preoccupazione per l’aumento della criminalità o del terrorismo, o per il rischio di ritrovarsi in una città meno vivibile, al Sud, invece, l’immigrato, che rappresenta il 2,4% della popolazione, viene percepito come una minaccia per il lavoro.
PER SAPERNE DI PIU’
Il sito dell’Istat 

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