TARANTO – «Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito dare loro in pasto al mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo». Lo scrive una cittadina di Taranto, Tonia Marsella, in una lettera aperta al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ieri ha firmato il decreto che consente allo stabilimento siderurgico di continuare la produzione nonostante il sequestro della magistratura.
LA LETTERA. «Dica alle mamme – aggiunge l’autrice della lettera rivolgendosi al presidente della Repubblica – che la malattia e la morte del loro figlio è necessaria, altrimenti cala il Pil». Tonia Marsella si chiede come sia possibile, dopo quello che è accaduto per la vicenda Ilva, «credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune …e invece ci ha rubato anche il diritto alla vita?». Infine la cittadina, che ha divulgato la lettera tramite il Comitato «Donne per Taranto», chiede al capo dello Stato di sapere «cos’hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri. Perché in quello stabilimento l’area a caldo è stata chiusa, in quanto considerata incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Credevo – conclude Marsella – che Lei avrebbe scelto la vita e non la morte. E invece ha firmato la nostra condanna».
 

di Redazione online (Corriere.it)

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