di Mirella D’Ambrosio
ROMA. La tragedia avvenne il 9 ottobre del 1963 quando morirono piu’ di millenovecento persone per via di una frana staccatasi dal Monte Toc, che travolse il bacino della diga. A 50 anni dall’evento che segno’ per sempre Veneto e Friuli, il Consiglio Nazionale dei Geologi ha dedicato il 2013 alle vittime del disastro. “Vajont 2013” servira’ a mantenere viva la memoria riguardo l’evento catastrofico provocato dalla frana ma sarà anche l’occasione per discutere di prevenzione. Cosi, il Consiglio dei Geologi terra’ nel nuovo anno appena arrivato incontri, dibattiti e ricerche sul tema. Accanto al sisma dell’Irpinia con le sue 2.914 vittime, il disastro del Vajont è l’evento naturale che in Italia ha causato il maggior numero di morti negli ultimi 50 anni: “Nel nostro Paese, nell’arco di mezzo secolo, più di 7500 persone hanno perso la vita in alluvioni o terremoti” ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
L’AGENDA. E’ stato preparato un ampio programma di appuntamenti che si concluderà il 6-7 ottobre a Longarone, con la Sessione Tecnico-Politica: “Impatto della frana del Vajont sul territorio”. “Non solo per non dimenticare, ma anche per analizzare studi e tecniche di prevenzione – ha concluso Graziano – fondamentali per un Paese come l’Italia dal territorio bello e fragile. Ricorderemo quei tragici momenti, ma andremo oltre, cercando di porre le basi per un Paese moderno, in cui le scienze della terra siano realmente alla base di uno sviluppo sostenibile“.

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