Gabriele, Gianmarco e Marco preparano caffè e pasticcini per la merenda, aiutati dall’esperta pasticciera Ersilia. Per questi tre giovani con disturbo dello spettro autistico, “il laboratorio di pasticceria è una delle poche opportunità per trascorrere i loro pomeriggi in compagnia, facendo qualcosa che li faccia “stare meglio”. È proprio da questo intento che nasce l’impresa di una mamma caparbia e coraggiosa, Grazia Tichetti, che non si è voluta rassegnare all’assenza in città di servizi e strutture capaci di accogliere suo figlio Gabriele, un ragazzo autistico di 26 anni.
Dopo circa un anno e mezzo di gestazione, dagli sforzi e dai sacrifici di Grazia nasce l’associazione “Gli amici di Gabry”, che oggi ospita ogni giorno, presso la sua sede nel quartiere di Fuorigrotta, tre ragazzi autistici coinvolgendoli in laboratori ricreativi e percorsi per l’autonomia. «Tutti e tre sono seguiti da esperti. C’è uno psicologo e un supervisore, per ognuno c’è un programma individuale. Lavoriamo con persone qualificate secondo strategie precise. Oggi sono in tre, ma speriamo di estendere il gruppo» spiega la presidente della neonata organizzazione.
Grazia ha dovuto affrontare non poche difficoltà per dare forma al suo sogno: «Ho fatto tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno, con l’unico obiettivo di dare a mio figlio e ad altri giovani come lui un po’ più di serenità, perché le poche cose che ci sono in giro per i ragazzi con autismo mi sembravano inappropriate e a casa certo non ci può stare per tutto il tempo». «Intorno a me c’era il vuoto – continua – A un certo punto mi sono sentita una pazza. Poi, la mia opera di sensibilizzazione ha incominciato a funzionare e due genitori mi hanno seguita».
Apre così i battenti a via Giustiniano la sede dell’associazione “Gli amici di Gabry”, in cui Grazia Tichetti ha investito parte dei suoi risparmi. «Ho praticamente svenduto una collezione di gioielli preziosi di famiglia – racconta la donna di origini romane, a Napoli da 30 anni – Le attività sono autofinanziate, vi partecipano con un contributo solo le famiglie dei ragazzi che ne usufruiscono».
Grazia Tocchetti è stanca ma felice: «Stiamo semplicemente rispondendo, non senza fatica e sacrifici economici, ai bisogni dei nostri figli. Se fosse andato all’università, magari fuori città, avrei comunque dovuto sostenere Gabriele. Ed eccomi qua, ad accompagnarlo passo dopo passo». La neonata associazione annuncerà a breve iniziative di sensibilizzazione per farsi conoscere e crescere sul territorio.
Prossimo progetto: quello di realizzare, nello spazio antistante la sede, un orto sociale in cui Gabriele, Gianmarco, Marco e i nuovi amici possano vivere il contatto con la terra e svolgere attività all’aria aperta. Un vivaio di Fuorigrotta si è già reso disponibile a donare delle piantine.
di Maria Nocerino

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